Italia al primo posto per cibo di qualità. A dirlo è uno studio della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition che indica il nostro Paese come il più attento alla produzione sostenibile rivolta alla riduzione di emissioni di C02.
A seguire l’Italia ci sono Brasile, Australia, Francia e Germania. Una classifica stilata seguendo il Food Sustainability Index – realizzato in collaborazione con The Economist Intelligence Unit – per identificare i cinque Paesi che, attraverso delle pratiche virtuose nel campo della produzione del cibo, stanno contribuendo a cambiare in positivo i sistemi alimentari.
Secondo lo studio Francia e Australia sio attestano come baluardi nella lotta allo spreco alimentare e il Brasile primeggia per un’agricoltura particolarmente giovane. E se l’Italia è al top europeo per ridotte emissioni di C02 in agricoltura, la Germania sta puntando forte sull’agricoltura biologica.
Nel dettaglio, secondo l’analisi di Fondazione Barilla, l’Italia svetta in Ue per le ridotte emissioni di C02 in agricoltura con un -34% rispetto ai metodi tradizionali di coltivazione. In Francia, invece, solo il 2,31% del cibo prodotto si perde all’interno della filiera, grazie a una legge all’avanguardia del 2016 che ha reso obbligatorio riutilizzare le derrate alimentari ancora commestibili ma rimaste invendute. Segue l’Australia che ha realizzato un sistema di gestione dei rifiuti efficiente ed economicamente responsabile che arriva a sprecare solo lo 0,66% di tutto il cibo prodotto.
Il Brasile da parte sua si segnala perché l’agricoltura è ‘giovane’: un agricoltore su tre ha meno di 24 anni. Quanto alla Germania, punta forte sul biologico con un 6,27% del totale dei terreni adibito al bio e l’obiettivo di arrivare al 20% entro pochi anni.