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La filiera marchigiana e i seminativi biologici

Cresce l’agricoltura biologica nelle Marche, con circa 3.000 aziende agricole biologiche e una superficie agricola utilizzata che si avvicina ai 100.000 ettari, ormai prossima al 20 per cento della SAU totale regionale, con 6 accordi agroambientali d’area riconosciuti ai sensi del PSR Marche 2014/2020 e soprattutto con filiere sempre più organizzate, in particolare quella “multi prodotto” promossa dal Consorzio Marche Biologiche.

Si parlerà anche di questo il 20 dicembre presso la sala convegni del Ristorante Al Lago di Fossombrone (PU) nel corso del convegno “La filiera marchigiana per la valorizzazione dei seminativi biologici: dalla coltivazione alla commercializzazione. Un progetto per migliorare la competitività del sistema agricolo regionale”. L’iniziativa convegnistica rientra nell’ambito del progetto integrato di filiera agroalimentare promosso dal Consorzio Marche Biologiche, in particolare nella sottomisura 1.2 dedicata al trasferimento di conoscenze ed azioni di informazione.

All’iniziativa interverranno esperti e operatori del settore. Dopo i saluti e l’introduzione a cura di Francesco Torriani, Presidente del Consorzio Marche Biologiche, seguiranno tre relazioni: “Creazione e distribuzione di valore aggiunto nelle filiere alimentari biologiche: il vantaggio competitivo delle filiere integrate” a cura del Prof. Danilo Gambelli dell’Università Politecnica delle Marche; “Il mercato dei prodotti biologici: andamenti, prospettive e strategie per la valorizzazione dei prodotti biologici marchigiani” del professor Raffaele Zanoli, dell’Università Politecnica delle Marche; infine, “La Politica Agricola Comune dopo il 2020: prospettive e nuovi trend” della dott.ssa Micol Bertoni di Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare.

Sono previsti anche interventi di importanti operatori del settore, in particolare Giovanni B. Girolomoni della Girolomoni Cooperativa, Pierfrancesco Fattori della Montebello Cooperativa, Bruno Sebastianelli della Terra e Cielo Cooperativa, Matteo Gazzola della The Organic Farming e Claudio Gallerani di Coprob. Le conclusioni saranno portate da Giuseppe Paolini, Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino.

Il comparto dell’agricoltura biologica sta diventando sempre più un settore importante sia a livello mondiale che comunitario e nazionale: aumenta l’offerta e la domanda dei prodotti bio ma le due crescite avvengano con velocità diverse. Infatti, il mercato cresce ad una velocità superiore rispetto la produzione agroalimentare generando flussi di import ed export importanti tra i diversi mercati a livello mondiale.

In questo trend di crescita del mercato – dichiara il Presidente del Consorzio Marche Biologiche Francesco Torriani – cresce il ruolo della GDO e dell’agroindustria, creando nuove opportunità, ma anche minacce. Bisogna fare attenzione a non cadere nelle stesse dinamiche che si sono registrate nell’agricoltura convenzionale: i fatturati dell’aziende aumentano, ma i redditi degli agricoltori sono sempre più precari. Importante quindi il ruolo della cooperazione al fine di aggregare e qualificare l’offerta e riportare alla produzione agricola parte di quel valore aggiunto che si intercetta nella vendita del prodotto biologico “finito”.

La sfida più importante – continua Torriani – sarà quella di migliorare la competitività del sistema agricolo, dare valore aggiunto alle proprie produzioni contrastando la precarizzazione del reddito degli agricoltori. E’ necessario mettere in campo iniziative per rafforzare la parte agricola delle filiere, favorendo l’aggregazione del mondo produttivo, e l’integrazione con gli altri attori della filiera agroalimentare, dalla trasformazione alla distribuzione, attraverso la realizzazione di specifiche forme associative (le OP vanno in questa direzione) in grado di gestire l’incremento delle produzioni secondo una logica di filiera, capace di ridistribuire il valore aggiunto delle produzioni biologiche in maniera equa tra tutti gli attori coinvolti, tutelando in maniera particolare il primo anello della filiera, notoriamente più debole, ovvero i produttori agricoli. Importante, in questa cornice di crescita e di qualificazione del settore, sarà anche sostenere l’innovazione e la professionalizzazione delle aziende agricole biologiche sia nell’ambito della «produzione agricola» che nella «gestione delle stesse aziende”.

(Gia.Cas.)

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