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Boom di affitti transitori, la domanda sale del 200 per cento

affitti

In cinque anni la domanda per affitti transitori è aumentata del 200 per cento. A rivelarlo è un’indagine di Immobiliare.it insight a partire dai dati presenti sul proprio portale a partire dal 2019.

Tra costi esagerati e scarsa offerta, trovare casa in affitto è diventata un’impresa. A Roma per esempio la domanda è aumentata del 72 per cento, mentre l’offerta è calata del 52 per cento. A Trieste la situazione è ancora più critica. A fronte di un incremento della richiesta di oltre il 100 per cento, la disponibilità è scesa dell’1 per cento.

Stando all’analisi negli ultimi cinque anni l’offerta di affitti tradizionali è calata del 36 per cento, mentre quella degli affitti transitori è diminuita del 7 per cento. Al contrario quella degli affitti transitori è aumentata dal 49 per cento.

La domanda conferma lo stesso trend, per cui se la richiesta di affitti tradizionali è aumentata del 61 per cento, quella degli affitti brevi ha registrato a malapena un più 4 per cento, mentre la domanda per quelli transitori è schizzata al 199 per cento.

Per quanto riguarda i canoni delle locazioni, invece, è stata registrata una crescita in tutte le categorie. Gli affitti tradizionali sono aumentati del 16 per cento, quelli brevi del 50 per cento, mentre quelli transitori dell’88 per cento.

Come ha dichiarato Antonio Intini, chief business development officer di Immobiliare.it, “l’affitto breve resta una componente importante della locazione, soprattutto nelle città d’arte o nelle aree che hanno una forte vocazione turistica”, – riporta il Sole 24 Ore – allo stesso tempo il fenomeno ha raggiunto il suo picco e ora sta “vivendo una fase di stabilizzazione, nonché qualche ripensamento, anche da parte dei proprietari, dopo il boom della fase post pandemica”. Nonostante la domanda positiva e i profitti elevati, infatti, questa richiede diverso tempo e costi per la gestione.

“Il contratto transitorio, invece, soprattutto nelle città (non solo Milano e Roma) cresce perché bilancia le esigenze di canoni stabili e regolari per alcuni proprietari, che però in 18 mesi possono tornare in possesso dell’appartamento, con quelle di inquilini che non vogliono o non possono vincolarsi per lungo tempo”, ha spiegato Intini.

Per cui questa tipologia di contratto è comoda per studenti, ma anche giovani lavoratori, manager, trasfertisti “e, sempre più, giovani coppie o famiglie con bambini, persone in attesa che i mutui calino per comprar casa”, ha sottolineato il manager.

Inoltre, “gli affitti transitori non riguardano solo le grandi città e stanno guadagnando sempre più importanza a scapito delle locazioni classiche – ha aggiunto Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di Idealista. – “Nel secondo trimestre del 2024, questa tipologia ha rappresentato il 23 per cento del mercato, con un aumento dell’offerta annuale del 29 per cento. Al contrario, l’offerta di affitti permanenti è cresciuta solo del 6 per cento nello stesso periodo. Il capoluogo con la maggior percentuale di affitti transitori sull’offerta complessiva è Venezia (45 per cento). Anche a Genova, Pisa, Salerno e Verbania, l’offerta di affitti transitori raggiunge il 30 per cento. Seguono Milano (28 per cento), Napoli, Lucca, Trento e Roma (tutte al 27 per cento)”, scrive il Sole 24 Ore.

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