
Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto-legge n. 30 del 10 maggio, pubblicato in G.U. n.119, per la somministrazione di test sierologici su un campione di 190 mila persone.
L’indagine di sieroprevalenza sul Sars-Cov2, condotta congiuntamente dal Ministero della Salute e Istat, nasce dalla necessità di “disporre con urgenza di studi epidemiologici e statistiche affidabili e complete sullo stato immunitario della popolazione, indispensabili per garantire la protezione dall’epidemia in atto – si legge nel comunicato del Consiglio dei Ministri. Prevede l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, relativi alla salute e al corredo genetico, per fini statistici e di studi scientifici svolti nell’interesse pubblico nel settore della sanità pubblica”.
Rassicurano sul fatto che tutto si svolgerà nel “rispetto di quanto stabilito dal protocollo approvato dal Comitato tecnico scientifico costituito presso la Protezione civile, nonché nel rispetto delle pertinenti Regole deontologiche allegate al Codice per la protezione dei dati personali”.
L’obiettivo dell’indagine è quello di capire quante persone hanno sviluppato gli anticorpi al Coronavirus, anche in assenza di sintomi. “Attraverso i test si otterranno informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica – fanno sapere dall’Istat – Il disegno del campione effettuato dall’Istat prevede l’osservazione di centonovantamila individui sull’intero territorio italiano. Croce Rossa Italiana, Regioni e medici di base saranno mobilitati per assicurare la corretta procedura di gestione dei prelievi e il contatto dei cittadini chiamati a partecipare all’indagine.
Le informazioni raccolte saranno essenziali per indirizzare politiche a livello nazionale o regionale e per modulare le misure di contenimento del contagio. I risultati dell’indagine, diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati per successivi studi e per l’analisi comparata con altri Paesi europei”.
L’invito dell’Istat, rivolto alle persone inserite nel campione casuale affinché aderiscano all’indagine, è quello di comprendere che la loro partecipazione è fondamentale per ottenere risultati più precisi. “Partecipare non è obbligatorio – dicono – ma è un bene per se stessi e per l’intera comunità”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
