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Covid-19, Bankitalia: a imprese 50 mln di euro entro luglio. Cala produzione industriale (-15%)

Bankitalia

Giù la produzione industriale del 15 per cento nel mese di marzo e necessità di liquidità per le imprese di 50 miliardi entro luglio. Sono stime pesanti quelle che la task force del sistema bancario guidata da Paolo Angelini e Giorgio Gobbi, rispettivamente capo del Dipartimento Vigilanza bancaria della Banca d’Italia e capo del Servizio stabilità, hanno riferito nel corso di una audizione davanti alla commissione parlamentare sulle banche: “Sulla base di nostre valutazioni a marzo la produzione industriale avrebbe subito una contrazione pari a circa il 15 per cento. Le nostre stime indicano che tra marzo e luglio il fabbisogno aggiuntivo di liquidità delle imprese possa raggiungere i 50 miliardi. È necessario assicurare un rapido dispiegamento degli strumenti di contrasto dell’emergenza approvati dal Governo, ad esempio potrebbero essere considerate modalità di tracciamento dei finanziamenti erogati, quali l’obbligo di convogliare i finanziamenti con garanzia pubblica su conti dedicati”.

E nel frattempo è in aumento ancora il debito pubblico italiano. Secondo le stime di Bankitalia, nel mese di febbraio è arrivato a quota 2.446,9 miliardi. Rispetto a gennaio, è aumentato di 2,7 miliardi. Nel febbraio 2019, era pari a 2.420,7 miliardi.  Secondo la spiegazione degli esperti dell’istituto di via Nazionale, l’aumento è dovuto principalmente all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (1,8 miliardi, a 73,4); vi hanno contribuito inoltre il fabbisogno (0,7 miliardi) e l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,2 miliardi).

Per quanto riguarda le banche che “già presentavano elementi di fragilità” è possibile che le azioni poste in essere dal Governo e dalle autorità di vigilanza non siano sufficienti a permettere loro di sostenere le conseguenze economiche della pandemia: “Sarà necessario, in questi casi, al pari di quanto fatto per le altre imprese, valutare tempestivamente la possibilità di indirizzare il sostegno pubblico per favorire processi aggregativi anche degli intermediari di minore dimensione e maggiormente a rischio”.

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