
Si è aperto ieri, 23 gennaio, a Palazzo Brancaccio l’evento “Il futuro è il nostro partner” di Mics, Made in Italy circolare e sostenibile. Nella due giorni verranno presentati i risultati raggiunti a un anno dalla nascita di Mics e i prossimi bandi.
Partenariato esteso finanziato dal Mur (ministero dell’Università e della Ricerca), fa parte dei progetti relativi alla Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del Pnrr per finanziare bandi a cascata per la realizzazione di iniziative che renderanno il Made in Italy circolare, autosufficiente, auto-rigenerativo, affidabile, sicuro e sostenibile dalla progettazione alla produzione.
Ad oggi ha ricevuto un totale di 125 milioni di euro (114 milioni da fondi Pnrr e 11 milioni da privati), il maggiore finanziamento mai erogato per progetti di ricerca di base in ambito economia circolare e sostenibile.
Il progetto è formato da 12 partner pubblici e 13 partner industriali che operano in tre comparti di eccellenza del Made in Italy: abbigliamento, arredamento ed automazione-meccanica. Secondo i dati Istat 2024, questi settori generano rispettivamente il 3 per cento, il 2 per cento e il 20 per cento del Pil italiano, cui si aggiunge un indotto del 27 per cento, per un totale del 52 per cento del valore della produzione nazionale.
Le sfide del futuro sono tante: la complessità tipica del mondo odierno; i cambiamenti del mercato, dove i protagonisti sono i giovani, sempre più attenti ai temi della sostenibilità; la transizione digitale ed ecologica, due facce della stessa medaglia, dove le trasformazioni comportano un continuo cambiamento; la scarsità, non solo di materie prime ma anche di persone e logistica.
In questo contesto il Made in Italy del futuro deve cogliere i nuovi modelli di business e i cambiamenti delle filiere come un’opportunità. Per farlo Mics affronta le sfide tecnologiche nell’ambito del design, produzione, consumo, nonché del fine vita dei materiali, dei prodotti, delle tecnologie di produzione e dei processi necessari per passare a modelli più verdi e circolari, tramite la ripartizione in otto aree tematiche di ricerca, i cosiddetti Spoke.
Questi sono trasversali alle diverse industrie e ciascuno di essi identifica un’area tematica di ricerca nell’ambito della quale i partner del progetto collaborano seguendo un percorso comune. Con 72 progetti già attivi, il programma coinvolge 350 ricercatori e professori, altri 100 sono in arrivo e si stima di raggiungere circa 600 ricercatori entro la chiusura del progetto, prevista per la fine 2025.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
