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Imprenditoria giovanile e femminile: i risultati del Progetto INAPP tra divari territoriali e segnali di ripresa

Martedì 2 dicembre 2025 Unsicoop era presente al seminario presentato a Roma da INAPP, l’Istituto Nazionale per l’analisi delle Politiche Pubbliche, durante il quale sono stati illustrati interessanti risultati della ricerca sviluppata nell’ambito del Progetto INAPP PTA 2023-2025 su “Politiche di sostegno alla creazione di nuova impresa e misure di accompagnamento allo start-up”.

È stata effettuata una compiuta analisi delle potenzialità e delle criticità dell’imprenditoria nazionale, sotto i profili territoriali e settoriali. Le valutazioni svolte hanno riguardato le misure di accompagnamento alla nascita delle imprese, quelle per la permanenza delle stesse sul mercato, il passaggio generazionale delle competenze e le differenze di genere nella nuova imprenditoria.

La ricerca, che ha coinvolto Enti e stakeholder oltre che fonti documentali, si è posta l’obbiettivo di fornire elementi per proposte di policy, da parte del sistema nazionale a sostegno della creazione di imprese, e di contribuire al dibattito su innovazione, occupazione e sviluppo.

Preoccupa il fatto che negli ultimi anni si sia registrato un aumento delle chiusure con una considerevole riduzione dei titolari d’impresa di età compresa tra i trenta e i quarantanove anni.

Le riduzioni maggiori, per la fascia più giovane, sono state osservate nelle Marche, in Molise, in Abruzzo e in Calabria.

Tuttavia, segnali di ripresa, per quanto concerne la creazione di nuove imprese, sono stati registrati nel periodo 2023-2024.

È stato interessante riscontrare come la neo-imprenditoria interessi principalmente la fascia di età 35-50 anni e nasca sulla base di considerazioni di opportunità piuttosto che di necessità.

Dunque, molte nuove imprese sono state avviate specialmente nel nord-est e nel sud, nonostante la presenza di ostacoli.

Le principali criticità emerse sono rappresentate dalla burocrazia, dalla difficoltà di accesso al credito, dalla frammentazione istituzionale-normativa delle misure e dalla eterogeneità dei modelli attuativi nei territori, dalla persistenza di divari territoriali e dall’assenza di un sistema informativo condiviso.

Duole peraltro rilevare come sussista un grave problema di permanenza in vita delle imprese.

Particolarmente fragile è il passaggio generazionale delle competenze. Il ricambio generazionale rappresenta un momento fondamentale e delicato per la continuità aziendale, coinvolgendo esperienza, conoscenza, responsabilità, capitale e leadership.

Le barriere sociali continuano ad alimentare il divario di genere, in conseguenza del quale l’imprenditoria giovanile è nettamente prevalente fra gli uomini, sebbene quella femminile risulti competitiva e presente in settori specifici e significativi dell’economia nazionale.

Per quanto concerne il titolo di studio del neo-imprenditore quello prevalente corrisponde a quello secondario e post secondario; una rilevante percentuale delle neo-imprenditrici risulta avere un titolo universitario.

Tra le misure citate quelle del c.d. Decreto Coesione (D.L. 60/2024, convertito con Legge 95/2024) che ha promosso il lavoro autonomo, l’attività d’impresa con attenzione ai settori delle nuove tecnologie, alla transizione digitale ed ecologica, ai giovani e al lavoro femminile.

È stata sottolineata l’importanza delle associazioni di categoria, per le funzioni svolte di rappresentanza e networking e, soprattutto, in quanto svolgenti un ruolo fondamentale di supporto alle piccole e medie imprese, in particolare per quanto concerne la riduzione dei divari nell’accesso alla formazione e alle risorse finanziarie.

In conclusione, si può dire che l’attenzione sulle nuove imprese non manca ma è certo che occorre continuare a lavorare duramente e a trecentosessanta gradi, in termini di semplificazione, di politiche efficaci e trasparenti, di strumenti adatti a rispondere ai bisogni delle imprese affinché ne nascano di nuove e ne venga garantita la resilienza.

di Emanuela Ecca – Unsicoop

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