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La risposta di Tria alla Commissione europea: “sfumano” i tagli al welfare

«Il governo sta avviando una nuova revisione della spesa. Riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022».

Era questo uno dei passaggi più significativi della lettera inviata alla commissione europea in risposta al “richiamo scritto” di Bruxelles sul debito italiano nell’anno 2018. Anticipato dall’agenzia Agi, dopo le polemiche dei Cinque Stelle sarebbe stato “sfumato”.

In sostanza secondo la versione diffusa nel pomeriggio, il governo manifestava l’intenzione di tagliare il welfare, rivedere detrazioni ed esenzioni fiscali, aumentare le tasse indirette.

“In linea con la legislazione in vigore – queste le frasi attribuite al ministro dall’Agi – il programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l’1,3 per cento del Pil, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020”.

Riguardo all’aumento dell’Iva, Tria avrebbe evidenziato le riserve espresse dai partiti politici in proposito e fa sapere di “avere comunque un ventaglio di misure alternative onde garantire il suddetto miglioramento strutturale”. 

Il testo originario avrebbe accennato anche alla flat tax in questo modo. “Il Governo intende introdurre “ulteriori misure per semplificare il sistema fiscale e migliorare la fedeltà fiscale. Il Parlamento ha invitato il Governo a riformare, fatti salvi gli obiettivi di riduzione del disavanzo per il periodo 2020-2022, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, riducendo il numero degli scaglioni e la pressione fiscale gravante sulla classe media. Si effettuerà anche una revisione di detrazioni ed esenzioni fiscali”.

Infine un richiamo alla distensione. «Siamo convinti che una volta che il programma di bilancio sarà finalizzato in accordo con la Commissione europea, i rendimenti dei titoli di Stato italiani diminuiranno e le proiezioni relative alle spese saranno riviste al ribasso».

Alla lettera viene allegato il rapporto sull’andamento del debito redatto dal Dipartimento del Tesoro.

Ha però battuto i piedi il Movimento Cinque Stelle: “La lettera preparata dal ministro Tria con la Lega? Il M5S non ne sa nulla, non ce ne siamo occupati noi, non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali, né il reddito né quota 100 – è la puntualizzazione del vicepremier Luigi Di Maio.

Il testo, diffuso dall’Agi da fonte parlamentare, è stato però seccamente smentito dal ministero dell’Economia. Ecco allora il testo diffuso in serata dal ministro Giovanni Tria alla Commissione europa, insieme ad un’analisi di 58 pagine sul debito pubblico. Nel testo finale salta il rifermento ai tagli al welfare, che avevano fatto tanto irritare i pentastellati. Il passaggio viene “sfumato” e si indica in modo più generico che “il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie”.

Occorrerà attendere le reazioni della Commissione europea in una fase quanto mai delicata per il nostro Paese, con lo spread che si riavvicina pericolosamente ai 300 punti e indicatori economici sempre più preoccupanti.

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