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La rivolta degli agricoltori dilaga in Europa: e l’Italia?

La protesta dei trattori a Ragusa (foto: localteam.it)

Da Nord a Sud della Penisola non si placano le proteste degli agricoltori che da giorni si sono riversati sulle strade, a bordo dei loro automezzi, per protestare contro le direttive comunitarie e i continui rincari di carburante. Un malessere generale iniziato a dicembre in Germania e che man mano è dilagato in tutta Europa. Francia, Spagna, Romania, Belgio, Polonia e ora anche Italia sono i Paesi in cui si assiste a un’ondata di manifestazioni con presidi, marce e blocchi verso le arterie stradali più importanti per il trasporto commerciale.

Ieri l’exploit a Bruxelles con roghi, decapitazioni di monumenti, un principio di guerriglia urbana tra manifestanti e forze dell’ordine, in un lungo assedio davanti all’Eurocamera. E mentre oggi nella capitale belga è tornata la calma, si segnalano valichi sbarrati dai trattori tra Belgio e Olanda con blocchi ai centri di distribuzione dei supermercati. Tante le mobilitazioni che imperversano da giorni in tutta Italia. Nella giornata di giovedì 1 febbraio a Milano i trattori si sono riuniti sotto la sede del Consiglio regionale lombardo; quarto giorno di proteste in Toscana, all’uscita del casello autostradale A1 Valdichiana (Si) con il traffico bloccato dal corteo di automezzi agricoli ancora in marcia e con una mobilitazione, secondo quanto annunciato, che andrà avanti fino a domenica e salirà d’intensità, con circa 400 i trattori attesi. Agricoltori in piazza anche ad Avellino con il presidio degli automezzi agricoli davanti alla sede della Regione Campania; proteste a Melegnano (Mi) e Cologno al Serio (Bg); terza notte di agitazione per gli agricoltori e i pastori sardi al porto di Cagliari, senza nessuna data annunciata per la cessazione della lotta contro le politiche agricole dell’Ue. Blocchi stradali nel sassarese, portati avanti da circa cinquanta trattori che hanno raggiunto il cavalcavia che sovrasta la statale 131, la principale arteria che collega il Sud col Nord della Sardegna. Anche in Sicilia, partite da Caccamo, Termini Imerese, Ventimiglia di Sicilia, Villafrati, Ciminna, sono diverse le proteste di agricoltori che confluiranno nella giornata di domani, sabato 3 febbraio, a Buonfornello (Pa), snodo d’incontro tra l’autostrada A19 Palermo-Catania e l’autostrada A20 per Messina. In testa al corteo, un trattore che trasporta una bara, al cui interno c’è la rappresentazione di una mucca, di plastica o di cartapesta, in protesta contro l’aumento dei costi di produzione, la burocrazia europea che ha portato ritardi nei pagamenti, la predilezione eu di importare grano ucraino, che ha determinato la diminuzione dei prezzi di vendita dei prodotti per gli imprenditori agricoli in tutta Europa. Chiare le richieste degli agricoltori e degli allevatori siciliani: eliminazione delle accise per il gasolio agricolo, abbassamento dei contributi Inps, detassazione Irpef sui terreni, eliminazione totale Imu/Ici sui terreni agricoli, obbligo di etichettatura con tracciabilità per bovini e cereali, eliminazione dell’obbligo delle rotazioni agricole, semplificazione delle movimentazioni di animali, corsi gratuiti di primo soccorso e patente, vista l’obbligatorietà, il divieto di commercializzare prodotti trattati con farmaci e fitofarmaci non autorizzati in Italia, la rottamazione di eventuali cartelle esattoriali, l’istituzione di un fondo per risarcire da eventuali incendi, calamità, siccità.

Il cordone di trattori in Sicilia (foto: localteam.it)

E sulle proteste dei trattori si è espressa ieri, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio europeo straordinario, Giorgia Meloni che ha commentato: “Io sono leader di un partito politico che in Europa ha votato contro la gran parte delle questioni che oggi giustamente gli agricoltori pongono, penso si sia sbagliato molto da questo punto di vista. Quando abbiamo detto che la transizione ecologica non doveva essere una transizione ideologica e che non si doveva scambiare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale, oggi cominciamo a vedere risultati”.

Intanto in Francia, dopo gli annunci del governo di uno stanziamento di 150 milioni di euro finalizzato al sostegno fiscale e sociale per gli agricoltori-allevatori, i manifestanti d’oltralpe hanno iniziato a smantellare il loro accampamento sulla A6 vicino a Chilly-Mazarin nell’Essonne. “Abbiamo deciso, alla luce di tutto ciò che è stato annunciato dal governo un cambiamento nel nostro modo di agire. Invitiamo le nostre reti a sospendere i blocchi e ad avviare una nuova forma di mobilitazione – ha dichiarato Arnaud Gaillot, presidente del sindacato agricolo Jeunes Agriculteurs. “Questa decisione è subordinata all’ottenimento in tempi brevissimi di una nota scritta a disposizione dei sindacati, che precisi gli impegni dell’esecutivo”.

In Italia sembra invece acuirsi lo scontro. “Porteremo la protesta a Roma. Nei prossimi giorni ammasseremo i trattori fuori dalla città – sono le parole rilasciate all’Ansa da Danilo Calvani, leader degli “agricoltori traditi”. Ha poi aggiunto: “Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia. Tra domani e dopodomani comunicheremo le date e i luoghi. Nei giorni successivi cominceremo a spostare i mezzi. Poi, abbiamo la volontà di fare una manifestazione, senza mezzi, a Roma nei giorni successivi”.

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