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Lettura libri: Italia fanalino di coda in Europa

L’Italia resta fanalino di coda nell’Unione europea per lettura di libri. Non solo: nei primi quattro mesi dell’anno in corso calano le copie vendute, seppur torna a crescere, ma di poco, il fatturato del libro.

E’ quanto emerge dal rapporto ‘Dati e prospettive del libro in Italia’, presentato al Salone del Libro di Torino e
promosso dall’Associazione italiana editori (AIE).

“Siamo la prima industria culturale del Paese – ha sottolineato il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), Ricardo Franco Levi – ma continuiamo a camminare su una sottile lastra di ghiaccio, in un’Italia, come dimostrano i dati sulla lettura e sulle competenze linguistiche degli italiani, che ha un disperato bisogno di una vera e potente politica per la lettura”.

I dati del Rapporto parlano chiaro. Il fatturato dei primi
quatro mesi del 2019 segna infatti un più 0,6 per cento per il mercato del libro nei canali trade (librerie, online, grande distribuzione organizzata, a cui è stata aggiunta la stima di Amazon): dopo una chiusura negativa (meno 0,4 per cento sull’intero anno scorso), il 2019 registra una lieve inversione di tendenza, con un fatturato di 393,2 milioni di euro rispetto ai 390,5 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. Segna pero’ una diminuzione la percentuale delle copie vendute: meno 2,2 per cento che rappresenta circa 22,071 milioni (494mila in meno dello scorso anno).

Nonostante la crescita delle nuove tecnologie, i libri si continuano ad acquistare in libreria. Oltre i due terzi degli acquisti in Italia vengono effettuati infatti nel tradizionale punto vendita fisico, di cui il 43,5 per cento nelle librerie di catena e il 24 per cento in quelle a conduzione familiare (molte delle quali però si sono
collegate con la forma del franchising alle principali catene). Diminuisce il peso della grande distribuzione organizzata, sceso al 6,6 per cento.

Le vendite on-line raggiungono una quota del 25,9 per cento sul totale.

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