L’Unsic alla riunione per il Piano di bilancio di medio termine

L’Unsic ha partecipato alla riunione delle associazioni datoriali a Palazzo Chigi con il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, in vista della presentazione del Piano nazionale strutturale di bilancio di medio termine.

Si tratta del Piano di programmazione del bilancio, tra i quattro e i sette anni, che ciascun Stato membro dovrà presentare al Consiglio e alla Commissione europea.

E’ un’innovazione che impone agli Stati di andare oltre agli obiettivi della Legge di bilancio annuale, e che rende più stringenti, creando un quadro comune europeo, le previsioni di programmazione già imposte dalla legge italiana del 2009.

Giorgetti ha illustrato le previsioni di crescita del PIL (con una crescita in calare dal +1,9 del 2025 allo 0,7 del 2029), e il problema del deficit di bilancio: il nostro Paese è ancora impegnato nella procedura di rientro, avendo un disavanzo superiore al 3% in rapporto al PIL. Questo significa, in evidenza, che dopo l’ampia flessibilità consentita in nome dell’emergenza Covid, si preannuncia una fase di politiche restrittive, con tagli di spesa.

Giorgetti si è impegnato a garantire la salvaguardia del cuneo fiscale, contando sulla lotta all’evasione per recuperare entrate, e la spesa sanitaria, che si prevede di agganciare alla crescita del PIL. La tendenza generale delle organizzazioni datoriali nei loro interventi è stata di difendere la disponibilità per investimenti, e di insistere sull’importanza del taglio del cuneo fiscale, assieme anche all’eventuale detassazione degli straordinari, in una fase in cui la carenza di manodopera richiede maggiore flessibilità nell’impiego della forza lavoro presente, offrendo al tempo stesso incentivi per questa flessibilità.

Generale, su questo, la preoccupazione di tutte le organizzazioni per la crisi demografica e le relative difficoltà di ricambio nella forza lavoro.

L’Unsic, rappresentata dal consigliere del Centro Studi Unsic Luca Cefisi, ha insistito in particolare, tenendo presenti le raccomandazioni effettivamente giunte da Bruxelles, le cosiddette CSR (country-specific recommendations), sull’apertura a un’immigrazione qualificata, a fronte dell’attuale tendenza a ricevere un’immigrazione relativamente poco formata e a basso titolo di studio, e questo richiede un cambio di paradigma che coinvolga università e centri di ricerca: non si tratta infatti soltanto di arrestate la fuga dei cervelli italiani, ma di diventare attrattivi per i talenti e i ricercatori da tutto il mondo. La crisi demografica riguarda poi il sostegno all’impiego femminile, e quindi alla conciliazione di maternità e lavoro, con misure urgenti che sono state richieste da diversi partecipanti alla riunione Unsic ha anche rilevato l’importanza, a partire da un investimento negli asili nido sul territorio per liberare tempo di lavoro.

Inoltre, si nota che l’esperienza del PNRR ha mostrato la fragilità di ampi settori della pubblica amministrazione, quando le imprese hanno bisogno di un’amministrazione pubblica non solo meno burocratica, ma anche capace e ben attrezzata, elemento questo condiviso dal ministro nella sua replica.

Secondo l’Unsic, come indicato del resto dalla stessa Commissione, si tratta anche di evitare il ritorno all’ideologia dell’”austerità” pre-Covid, salvaguardando investimenti e consumi, senza i quali il solo rigore di bilancio è inadeguato a sostenere economia e sviluppo, ricercando un equilibrio tra necessario rigore di bilancio e crescita. E su questo, condividendo le posizioni delle altre associazioni e confederazioni, non si potrà che valutare poi la misura e le conseguenze dei tagli di bilancio annunciati con adeguato senso di responsabilità.