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Mercato auto italiano: cresce la quota dei marchi cinesi

Un mercato automobilistico in ascesa quello dei brand made in China che sono saliti velocemente da tre a dodici, coprendo una quota pari al 3,6% del mercato e che arriva al 5,5% includendo anche MG, marchio di origine britannica ma oggi controllato e prodotto in Cina.

Secondo il rapporto Quattroruote “Un dragone senza freni”, presentato sul numero di dicembre 2025, la presenza dei marchi auto made in China in Italia è passata in breve tempo da fenomeno marginale a componente strutturale del mercato. Ha ormai superato il 10% del mercato delle nuove immatricolazioni in Italia. Un risultato che segna un’accelerazione impressionante: nei primi dieci mesi del 2025 la crescita ha toccato il 43%, confermando la rapida avanzata di queste case nel panorama nazionale.

Allargando il perimetro alle case europee a controllo cinese – come Lotus, Polestar, Smart e Volvo – e ai marchi del gruppo DR, oltre ai modelli Cirelli ed EMC, Quattroruote calcola che l’insieme di marchi che arrivano direttamente o indirettamente dalla Cina ha già superato il 10% delle nuove immatricolazioni in Italia. Nei primi dieci mesi del 2025 le case automobilistiche cinesi hanno registrato una crescita del 43%, segnalando una dinamica nettamente superiore a quella del mercato complessivo.​

Anche Il Sole 24 Ore ha data spazio alla notizia della crescita record delle auto cinesi in Italia, sottolineando come il peso dei marchi legati alla Cina stia rapidamente erodendo quote ai costruttori tradizionali. Il quotidiano evidenzia che, considerando marchi come MG e BYD insieme al resto del comparto cinese, la quota complessiva si colloca intorno a diversi punti percentuali del mercato, con una tendenza di ulteriore crescita nel medio periodo.​

Viene richiamato il ruolo di MG e BYD come protagonisti di questa avanzata, con immatricolazioni in forte aumento e un posizionamento competitivo soprattutto nei segmenti a maggior volume. L’analisi collega questo andamento anche alle strategie di prezzo e alla capacità dei costruttori cinesi di presidiare rapidamente i segmenti più richiesti dal pubblico italiano.​

Il rapporto Quattroruote descrive un’offerta di prodotti cinesi ormai estesa a un ampio spettro di segmenti, dalle utilitarie alle grandi berline e ai SUV, con una prevalenza nei segmenti C (compatte medie) D (berline grandi). Sul fronte delle motorizzazioni, le auto elettriche pure rappresentano poco più di un quarto delle vendite di questo universo, ridimensionando l’idea che i marchi cinesi siano attivi quasi esclusivamente sulla trazione a batteria.​

Quattroruote segnala inoltre che i marchi legati alla Cina consentono, in particolare nei segmenti C e D, un risparmio significativo rispetto ai prezzi medi di mercato. Il differenziale indicato dal rapporto è di circa il 14,2% nel segmento C e del 29,1% nel segmento D, elemento che contribuisce a spiegare la rapida crescita della loro penetrazione nelle immatricolazioni italiane.​

La combinazione tra ampliamento del numero di marchi, crescita delle quote e posizionamento di prezzo competitivo nei segmenti centrali del mercato suggerisce un progressivo riequilibrio degli spazi competitivi a sfavore dei costruttori tradizionali.​

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