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Over 64: il 94 per cento ha bisogno di ricevere aiuto dalla propria famiglia

In Italia un anziano su cinque già prima dell’arrivo del Covid-19 viveva, nel corso di una settimana normale, in una condizione di isolamento sociale, senza contatti, neppure telefonici, con altre persone. Eppure uno su tre rappresenta un aiuto fondamentale per i familiari. Lo rivelano i nuovi dati della sorveglianza Passi d’Argento coordinata dall’ l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e raccolti nel periodo 2016-2019.

Passi d’Argento è un sistema di sorveglianza della popolazione italian con più di 64 anni. Nel nostro Paese il gruppo di persone ultra 64enni è in crescita costante. Oggi rappresenta circa il 21 per cento della popolazione, ma fra 20 anni arriverà a più del 30 per cento. Dicono dall’ISS che ci troviamo di fronte  “ad un cambiamento profondo per la nostra società che deve cominciare a considerare queste persone non come anziani oggetto di assistenza, ma come risorsa, per se stessi, per le famiglie e per la società intera. Passi d’Argento seguirà nel tempo gli ultra 64enni registrandone la qualità della vita percepita, alcuni aspetti sociali, sanitari e ambientali. Mettere a disposizione le informazioni che possono permettere di mantenerli in buona salute promuovendone le condizioni di vita, costituirà un beneficio per loro e per la società, in quanto migliori condizioni di salute si associano a minori costi economici socio-sanitari ma anche a maggiori risorse per le famiglie e la comunità. Molti piani sanitari o piani di prevenzione regionali mettono in atto delle azioni a favore degli ultra64enni e la sorveglianza di Passi d’Argento può costituire una fonte di informazioni utile per il loro monitoraggio e valutazione”.

Le informazioni, raccolte sulla popolazione degli ultra 65enni, diffuse in occasione della Festa dei nonni (2 ottobre) ed ancor prima della Giornata internazionale delle persone anziane (1 ottobre), descrivono il contesto in cui si è diffusa la pandemia da nuovo coronavirus, che può causare un aumento dell’isolamento e portare ad un peggioramento della qualità di vita, soprattutto per gli anziani più fragili o con patologie croniche.

“Gli anziani sono la parte più forte del Paese – ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Facebook – perché da loro viene la continuità della nostra comunità. Gli anziani però sono anche la parte più fragile e per questo dobbiamo sempre prenderci cura di loro, soprattutto in questo periodo difficile. Nella Giornata internazionale delle persone anziane dobbiamo rinnovare il nostro impegno verso la loro forza e la loro fragilità.”

Dal Rapporto Passi d’Argento è emerso in particolare che in Italia quasi 3 anziani su 4 (il 71 per cento) non partecipano ad incontri collettivi presso punti di aggregazione come il centro anziani, il circolo, la parrocchia o le sedi di partiti politici e di associazioni e il 35 per cento ha dichiarato di avere difficoltà nell’accesso ai servizi sociosanitari in particolare ai servizi della ASL e i negozi di prima necessità. Eppure quasi 1 persona su 3 (29 per cento) rappresenta una risorsa per i propri familiari o per la collettività: il 19 per cento si prende cura di congiunti, il 14 per cento lo fa prendendosi cura di familiari o amici, con cui non vive, e il 6 per cento partecipa ad attività di volontariato.

Più della metà degli ultra 65enni (il 61 per cento) riferisce di avere almeno un problema strutturale nell’abitazione in cui vive e il 15 per cento percepisce il proprio quartiere poco sicuro. Circa il 18 per cento degli anziani vive una condizione di fragilità che sale al 28 per cento fra le persone con molte difficoltà economiche che grava principalmente sulle famiglie (il 94 per cento riceve aiuto dai propri familiari), mentre il 20 per cento riceve aiuto da badanti e il 12 per cento da conoscenti.

“Il Covid-19 è certamente una minaccia per la salute degli anziani ma anche per molti aspetti legati alla qualità di vita – ha dichiarato Maria Masocco, responsabile del coordinamento nazionale Passi d’Argento dell’ISS – La pandemia rischia di aumentare le disuguaglianze sociali nella salute, nella qualità di vita e nell’accesso alle cure. Monitorare le dimensioni che caratterizzano l’invecchiamento nel nostro Paese è un’opportunità unica per avere anche informazioni sull’impatto di questa emergenza sanitaria sulla popolazione anziana in Italia”.

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