
Si punta sull’Ape contributiva per segnare il passo del dopo Quota 100 che è ormai in rotta di scadenza a fine anno. Ad illustrale la strada da percorre ci ha pensato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico durante un’audizione alla Camera, nel quale a specificato l’intenzione di utilizzare un doppio canale d’uscita a 63 anni. Nello specifico si pensa:
- Pensionamento anticipato attraverso l’Ape sociale per un elenco di categoria impegnate in lavori gravosi più numeroso dell’attuale, oltre che per i disoccupati, i soggetti con un’invalidità superiore al 74% e i caregiver.
- Pensionamento attraverso l’anticipo della sola fetta contributiva dell’assegno per i lavoratori con almeno 63 anni (o 64) anni d’età e almeno 20 anni di contribuzione
Per l’assegno completo, con la quota retributiva, bisognerebbe invece aspettare i 67 anni.
Per capire la strada da seguire adesso si aspetta il governo che nei prossimi giorni è chiamato a varare la legge di bilancio, la quale dovrebbe mettere a disposizione circa 5 miliardi per la rivalutazione dei trattamenti dal 2022 e per il post-Quota 100.
Come spiega un articolo del Sole24Ore, “la proroga dell’Ape sociale, in scadenza a fine anno, appare ormai scontata. Il governo dovrebbe recepire almeno una parte delle indicazioni arrivate dalla Commissione tecnica istituita dal ministero del Lavoro, che ha suggerito il prolungamento di questo strumento fino al 2026, l’inclusione di almeno un’altra trentina di mansioni tra quelle considerate “gravose” (attualmente 15) e la riduzione da 36 a 30 anni del requisito contributivo necessario per i lavoratori del settore edile”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
