
La trasformazione digitale delle piccole e medie imprese europee continua a crescere, con uno Sme Digital Growth Index 2025 medio pari al 42,88%, in aumento rispetto al 40,2% del 2024. Il report di Webidoo Insight Lab evidenzia però un’Europa a due velocità, con ecosistemi digitali maturi affiancati da Paesi con ritardi strutturali.
Esempi di leadership sono Danimarca (66,35%), Malta (63,14%) e Paesi Bassi (59,86%), che guidano la classifica della maturità digitale delle Pmi. In coda si collocano Slovacchia (33,14%), Bulgaria (26,58%) e Romania (26,43%), dove la trasformazione digitale procede più lentamente.
Il confronto tra 2025 e 2024 mostra che alcuni Paesi hanno accelerato la digitalizzazione ben oltre la media Ue di crescita (+2,66%). Austria (+6,05%), Portogallo (+4,82%), Finlandia (+4,41%), Irlanda (+4,13%) e Lituania (+4,05%) hanno intrapreso percorsi particolarmente dinamici di rafforzamento digitale.
Un secondo gruppo, tra cui Germania (+3,71%), Belgio (+3,44%), Paesi Bassi (+3,36%), Malta (+3,01%) e Danimarca (+2,95%), cresce a un ritmo più moderato ma stabile. All’estremo opposto, Spagna (–0,08%) e Svezia (–1,49%) registrano una flessione dell’indice, segnalando un rallentamento o una fase di stagnazione.
Nel quadro europeo, l’Italia si colloca nella fascia medio-bassa dello Sme Digital Growth Index 2025, al 21° posto, pur migliorando il punteggio complessivo. Il valore dell’indice per le Pmi italiane è pari al 38,92%, in crescita rispetto al 36,1% del 2024 ma ancora inferiore alla media Ue del 42,88%.
Il profilo italiano è caratterizzato da una solida dotazione infrastrutturale (54,40%), superiore alla media europea del 50,30% e in aumento di 4,41 punti nell’ultimo anno. La criticità emerge invece sulle dimensioni immateriali della trasformazione digitale, che frenano la piena competitività delle imprese.
Uno dei punti di forza dell’Italia è il commercio digitale: l’indice è al 19,9%, con una crescita di +3,50% rispetto al 2024, superiore al ritmo medio Ue (23,1% nel 2025, +0,9%). Questo trend segnala una progressiva capacità delle Pmi italiane di rafforzare le vendite online e la presenza sui canali digitali.
Restano però deboli ricerca e innovazione (29,16%) e competenze digitali (29,05%), entrambe al di sotto della media europea e con le competenze in calo dello 0,78% rispetto all’anno precedente. Il risultato è una trasformazione ancora sbilanciata, in cui le infrastrutture crescono più rapidamente della capacità organizzativa e umana di sfruttarle.
Lo Sme Digital Growth Index 2025 mostra che la competitività futura delle Pmi dipenderà sempre meno dalla sola adozione di strumenti digitali di base e sempre più dall’integrazione di tecnologie avanzate nei processi aziendali. In questo quadro si inseriscono le evidenze del report “Intelligenza Artificiale e produttività nelle pmi”, che collega maturità digitale e prontezza nell’uso dell’Ia.
“Lo SME Digital Growth Index 2025 racconta un’Europa che cambia, ma a velocità differenti – commenta Giovanni Farese, ceo di Webidoo. “Le imprese che integrano il digitale in modo strategico, dalla presenza online alla capacità di innovare, sono quelle che stanno costruendo un vantaggio reale. Il dato sulle competenze digitali ci ricorda però che la tecnologia, da sola, non basta: servono visione, cultura e investimenti continui sulle persone”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

