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Pnrr, il Mef fa il punto della situazione

Forum pa 2024, il mef fa il punto della situazione

“Il Pnrr non è un programma di spese, ma un programma di performance”, ha esordito così Antonella Merola, dirigente dell’Ufficio VII dell’Ispettorato generale del Pnrr nello spiegare il Piano nazionale di ripresa e resilienza in occasione del Forum pa 2024.

Con un valore totale di 194,5 miliardi di euro, l’Italia ha il più ampio piano in Europa perché, insieme alla Spagna, ha avuto la maggior quota di risorse a fondo perduto e, come sottolineato dal ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnrr, Raffaele Fitto, al Rome Investment Forum di Febaf, “per scelta ha preso per intero anche la quota a debito”, riporta l’Ansa.

Pur con delle rivisitazioni in corsa, il nostro Paese ha già incassato 102 miliardi. Alcuni progetti, infatti, sono stati eliminati e rifinanziati con altri fondi, in quanto non potevano essere conclusi entro il 30 giugno 2026, termine ultimo per il completamente delle attività previste dal Piano.

I tempi stringenti rappresentano una grande sfida, non solo per il sistema italiano, dalla burocrazia molto lenta, ma anche per gli altri Paesi europei, tanto che anche Spagna, Grecia, e addirittura Francia e Germania stanno riscontrando qualche problema nel rispettare i termini. D’altronde, gestire una spesa così alta in appena cinque anni non è cosa da poco.

Inoltre, approvato nel 2021 per aiutare gli Stati nella ripresa post-Covid, il Pnrr ha risentito dello scoppio della guerra in Ucraina e delle relative conseguenze. Tra inflazione e crisi energetica, si è stati costretti ad abbassare alcuni target per permettere il finanziamento di progetti più urgenti.

Ciononostante il Piano, che rappresentare una grande opportunità per l’Italia e il futuro del Paese, si trova ormai nelle sue fasi conclusive, in cui tutte le risorse sono state assegnate e le opere sono in piena attuazione.

Tra i numerosi progetti, oltre alla rigenerazione di aree urbane degradate, la valorizzazione dei borghi e il potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti pubblici, soprattutto in ottica sostenibile, per esempio attraverso l’acquisto di rotabili a idrogeno, sono previsti ingenti investimenti in microelettronica, che hanno l’obiettivo di realizzare in Sicilia un impianto per la produzione di microchip che dovrà garantire 374mila unità all’anno. Nella cosiddetta Etna valley, è prevista anche la creazione della più grade fabbrica di pannelli solari in Europa.

Per favorire la digitalizzazione, oltre al rafforzamento dell’adozione delle piattaforme nazionali di identità digitale e dell’anagrafe nazionale, si sta lavorando sulla riduzione della complessità derivanti dalla gestione delle comunicazioni con il cittadino, l’implementazione del sistema di notifica e la migrazione al cloud degli applicativi obsoleti.

Il Pnrr punta molto anche sul turismo 4.0, per promuovere e favorire un’offerta turistica basata sulla sostenibilità ambientale, l’innovazione e la digitalizzazione dei servizi, mentre comunità rurali e urbane saranno trasformate in vere e proprie “green communities”.

Infine, entro il 2026 saranno creati 60.000 nuovi posti letto negli alloggi per studenti, che ridurranno significativamente il divario rispetto alla media europea e garantiranno a un numero sempre maggiore di giovani l’opportunità di un alloggio accessibile.

Per raggiungere gli obiettivi fissati, però, è fondamentale la collaborazione di tutti. I target del Pnrr, infatti, sono fissati a livello nazionale, motivo per cui il ritardo o la mancata attuazione di un singolo progetto a livello locale, può mettere a rischio l’intera misura.

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