venerdì , Dicembre 5 2025
Home / Comunicazione / Primo piano / Ponte sullo Stretto di Messina: il progetto al vaglio del Cipess

Ponte sullo Stretto di Messina: il progetto al vaglio del Cipess

Si esprimerà domani mercoledì 6 agosto il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) che esaminerà il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. Il Cipess, massima sede di coordinamento istituzionale della programmazione economica, con particolare riguardo agli investimenti infrastrutturali, valuterà l’articolata documentazione proposta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). 

“Il ponte è un capolavoro ingegneristico da record mondiale, dalla campata unica della lunghezza di oltre 3 chilometri e larghezza di oltre 60 metri, che ospiterà 6 corsie stradali e due binari ferroviari, all’altezza delle torri di quasi 400 metri. Una volta realizzato – spiegano dal Mit – il ponte sarà aperto al traffico di treni e auto 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, garantendo un più efficiente, sicuro e moderno sistema di collegamento tra la Sicilia, la Calabria e il resto del Continente, con una riduzione dei tempi di attraversamento fino ad un’ora per gli autoveicoli e fino a 2 ore per i treni”. 

Il progetto del ponte si configura come il fulcro di un ambizioso programma di rilancio infrastrutturale promosso dal ministero, che punta a rafforzare i collegamenti tra le due sponde dello Stretto. Con investimenti complessivi pari a 70 miliardi di euro destinati a strade e ferrovie entro il 2032, l’iniziativa mira a migliorare la mobilità, incentivare lo sviluppo economico locale e ridurre il divario tra Nord e Sud.

Per il ministero il ponte non porterà solo al rafforzamento della rete logistica ma rappresenterà un’opportunità concreta di ripresa socioeconomica per il Sud Italia e per il Paese nel suo complesso. Tra gli effetti più rilevanti si prevedono: un aumento significativo dell’occupazione, una crescita del prodotto interno lordo, una spinta al turismo, uno sviluppo della ricerca e delle competenze, oltre a una maggiore attrattività per gli investimenti innovativi. Tutti elementi che concorrono a consolidare la credibilità del “Sistema Paese” sullo scenario internazionale.

Se verrà eseguita, questa infrastruttura s’inserirà come tassello cruciale nel mosaico della mobilità europea, completando il corridoio scandinavo–Mediterraneo: uno degli assi principali della rete di trasporti dell’Unione europea. L’area dello Stretto di Messina diventerà così una porta strategica tra il Mediterraneo e l’Europa, valorizzando il ruolo della Sicilia come naturale piattaforma logistica.

La realizzazione di un collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto non risponde solo a una visione ambiziosa di sviluppo, ma anche a un preciso impegno dell’Italia all’interno della rete TEN-T, in linea con quattro obiettivi fondamentali: coesione territoriale, efficienza infrastrutturale, sostenibilità ambientale e benefici concreti per i cittadini.

Ma l’eventuale approvazione da parte del Cipess del progetto non sembra soddisfare tutti. La costruzione del nuovo ponte, da tempo al centro del dibattito pubblico, è messa in discussione da una serie di ricorsi presentati da sindaci dei territori interessati, associazioni ambientaliste e numerosi cittadini, preoccupati per le possibili ripercussioni sull’ambiente e sul tessuto urbano. Le contestazioni riguardano soprattutto aspetti legati all’impatto ambientale, alla trasparenza dell’iter burocratico e alla gestione dei fondi pubblici.

“L’impatto ambientale del ponte sullo Stretto di Messina è certo, documentato e, dopo anni di negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l’opera – dichiarano congiuntamente Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF. “Per superare questa impasse è stata avviata una procedura speciale che consentirebbe comunque la realizzazione del Ponte secondo condizioni precise fissate dalle norme comunitarie, condizioni che però non sono state rispettate. Per questo le Associazioni Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno presentato oggi, 4 agosto, un nuovo reclamo all’Unione Europea ad integrazione di quello già inviato il 27 marzo di quest’anno. Oggetto del reclamo è il secondo parere della Commissione VIA VAS (n. 72/2025) con cui si è chiusa la cosiddetta procedura di “livello III della VINCA” (Valutazione d’Incidenza), cioè la procedura che si è dovuta obbligatoriamente attivare perché indicata dal primo parere della Commissione VIA VAS (n. 19/2024), che pur rilasciando parere positivo di compatibilità ambientale dell’opera lo ha condizionato a ben 62 prescrizioni (ancora da ottemperare) tra cui, appunto, da questa procedura speciale aggiuntiva”.

Il comitato cittadino No ponte Capo Peloro afferma invece la struttura “avrebbe un impatto devastante su due zone a Protezione speciale e su undici siti di interesse comunitario; distruggerebbe il delicato equilibrio ambientale dei laghi della Riserva naturale orientata di Capo Peloro; non rispetta le direttive imposte dalla normativa europea per i siti della Rete Natura 2000; avrebbe un bilancio occupazionale negativo perché a fronte di un’occupazione media annua di 2.229 unità comporterebbe la perdita di posti di lavoro derivata dalla soppressione dei servizi di traghettamento”. Prevista per sabato 9 agosto una marcia di protesta organizzata dal movimento No ponte che invita a “scendere in piazza a Messina per dire no al ponte sullo Stretto: un’opera inutile, costosa e devastante per ambiente e territori”.

Check Also

pnrr

Pnrr, ok dalla Commissione Ue all’ottava rata da 12,8 miliardi

La Commissione europea ha comunicato la valutazione positiva per il pagamento dell’ottava rata del Pnrr …