
Cresce del 3% rispetto al 2024 il numero dei lavoratori che ricevono premi legati ai contratti di produttività: sono oltre 5 milioni — precisamente 5.098.687 — con un importo medio annuo che sfiora i 1.600 euro. Un segnale che racconta come stia cambiando il rapporto tra imprese e dipendenti. Sono i dati presenti nel report del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dedicato al deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali.
Al 15 dicembre 2025 sono 19.548 i contratti attivi che rappresentano validi strumenti per incentivare la produttività e il welfare aziendale.
Come emerge dal bilancio ministeriale, questi numeri indicano una crescita consolidata degli accordi di produttività, da cui traggono beneficio lavoratori e imprese.
La gran parte degli accordi depositati, 16.111 in totale, riguarda contratti aziendali, mentre 3.437 rientrano nella categoria dei contratti territoriali.
Le finalità sono diversificate: 15.991 intese mirano a obiettivi di produttività, 12.600 alla redditività e 9.918 al miglioramento della qualità. A queste si aggiungono 2.106 intese che prevedono piani di partecipazione e 12.383 che includono misure di welfare aziendale.
Resta pressoché invariata la distribuzione delle imprese che utilizzano questo strumento in base alla dimensione: il 48% è composto da aziende con meno di 50 dipendenti. Il restante si divide tra realtà con almeno 100 addetti (37%) e imprese di fascia intermedia, tra 50 e 99 dipendenti (15%).
I premi erogati ai lavoratori continuano a beneficiare dell’aliquota agevolata sull’imposta sostitutiva, ridotta al 5% dalla legge di Bilancio 2023. La misura è stata confermata nella Manovra 2024 e resterà in vigore anche per il triennio 2025-2027, come previsto dalla legge di Bilancio 2025. L’agevolazione si applica ai dipendenti del settore privato con reddito annuo non superiore a 80mila euro e riguarda premi fino a 3.000 euro lordi, che possono salire a 4.000 euro nelle aziende che prevedono forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori.
Nel pacchetto di interventi previsti nella legge di Bilancio 2026, figura inoltre l’ipotesi di un’ulteriore riduzione dell’aliquota, che passerebbe dal 5% all’1%, e l’innalzamento del tetto massimo dei premi agevolabili a 5mila euro lordi.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

