
“La transizione green non è più soltanto una scelta etica o ambientale: è il nuovo spazio dove si misurano competitività, produttività e capacità industriale dei paesi. Oggi lo vediamo con chiarezza: le imprese che investono con oculatezza e concretezza in tecnologie net-zero, dall’efficienza energetica ai materiali circolari, dai sistemi fotovoltaici di nuova generazione all’idrogeno, non solo riducono le emissioni ma performano meglio. Nostre analisi recenti mostrano che le aziende europee che detengono brevetti in tecnologie green strategiche registrano in media un livello di produttività più alto del 17% rispetto alle altre imprese che hanno sempre brevetti ma non green. Il green, quindi, può rappresentare un moltiplicatore di valore. Il vero limite oggi non è la volontà delle imprese, che in Italia stanno dimostrando di credere nella sostenibilità come leva di crescita, ma la disponibilità di professionisti qualificati. Le imprese incontrano difficoltà di reperimento per oltre la metà dei green jobs ricercati, e questo blocca gli investimenti. Per questo la sfida non è “se” fare la transizione, ma “come” farla diventare un fattore di competitività nazionale”.
A parlare è il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, in occasione della presentazione del Rapporto GreenItaly 2025, realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica con la collaborazione di Conai, Novamont, Ecopneus, Enel, organizzazioni e oltre 20 esperti. Il sedicesimo Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola e Unioncamere, conferma l’impegno dell’Italia nell’economia circolare e nella transizione verde.
Tra il 2019 e il 2024, oltre 578 mila imprese extra-agricole hanno puntato sulla sostenibilità, pari al 38,7% del totale: più di una su tre ha scelto di investire in tecnologie e processi a basso impatto ambientale.
Nel solo 2024, il mercato del lavoro verde ha registrato 3,298 milioni di occupati, con un incremento del 4,3% rispetto al 2023 (+135 mila unità). La quota dei cosiddetti green jobs sul totale degli occupati ha raggiunto il 13,8%, risultando figure strategiche per il rilancio del Paese. La distribuzione dei lavori verdi sul territorio italiano conferma nel 2024 un quadro sostanzialmente stabile. A guidare la classifica è il Nord-Ovest, che concentra il 32,8% del totale nazionale, seguito dal Nord-Est con il 23,6% e dal Mezzogiorno con il 23,1%. Chiude la graduatoria il Centro, fermo al 20,5%, unica area a registrare una lieve flessione rispetto all’anno precedente.
L’Italia si distingue in Europa per l’avvio a riciclo. Secondo Eurostat, il 92,6% dei rifiuti urbani e speciali viene riciclato, superando ampiamente Francia (81,5%), Germania e Spagna (75,5%), e la media Ue27 (60%). Nel settore degli imballaggi, la quota di riciclo raggiunge il 76,7%, con risultati eccellenti per carta (92,4%), vetro (80,3%) e acciaio (86,4%).
Le imprese eco-investitrici sono più concentrate nel Nord-Est (41,4%), seguito dal Nord-Ovest, Mezzogiorno e Centro, con la Lombardia saldamente in testa (102.730 imprese). Le province di Roma e Milano guidano la classifica delle città con il maggior numero di eco-investimenti, mentre Bolzano, Bologna e Siracusa si distinguono per la miglior incidenza di green economy sul totale locale.
“I dati del 16° Rapporto GreenItaly confermano la concretezza dell’invito del Presidente Mattarella a fare della transizione verde e della decarbonizzazione un importante fattore di competitività. C’è un’Italia che può essere protagonista con l’Europa alla Cop30 a Belèm: fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare – dichiara il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci – l’economia e la società. Nel Rapporto GreenItaly si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione europea con il Next Generation Ue e al Pnrr. La burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
