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Prevista per la giornata di oggi la presentazione del piano RePowerEu a Bruxelles per rendersi sempre più indipendenti dal gas russo.
Con investimenti da circa 200 miliardi di euro, il pacchetto prevede la diversificazione delle forniture e delle fonti, puntando sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica. Inoltre, è previsto un potenziamento delle infrastrutture esistenti e la costruzione di nuovi impianti.
Lascia perplessi, però, l’intenzione di finanziare le installazioni di gas e petrolio con i fondi dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, che finora erano state escluse dalle linee guida del Next Generation Eu.
L’idea è aggiungere un addendum al Pnrr che permetta ai paesi membri di impiegare i prestiti ancora inutilizzati per gli investimenti energetici. Ma la proposta potrebbe costituire un problema per quei paesi che, come l’Italia, hanno già richiesto i fondi.
Intanto continua la discussione sul sesto pacchetto di sanzioni a Mosca, mentre Janet Yellen, segretaria al Tesoro USA, preme per istituire un tetto ai prezzi di importazione del petrolio russo.
Tuttavia, per il momento un “price-cap” europeo è ancora lontano dall’essere applicato.
La misura, infatti, verrà istituita solo nel caso di “un’interruzione improvvisa su larga scala o totale delle forniture di gas russo”.
Una cosa è certa, dopo il Covid, la guerra in Ucraina continua a destabilizzare gli equilibri economici globali. I prezzi resteranno alti per tutto il 2022 e, si presume in minor grado, fino al 2024-2025.