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Tari: nonostante attività chiuse, raggiunti livelli record

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Italia paese dei paradossi. Nonostante le chiusure di molte attività dal marzo del 2020 ad oggi causa i vari provvedimenti messi in atto per contrastare la crisi sanitaria e la conseguente riduzione della produzione dei rifiuti, per lo Stato italiano il costo della Tari rimane invariato, anzi.  

A fronte di un tagli di oltre 5 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2019, il costo totale della tassa rifiuti (Tari) raggiunge il livello record di 9,73 miliardi con un incremento dell’80% negli ultimi 10 anni.

A fotografare questa realtà è stato l’Osservatorio Tasse locali di Confcommercio, che evidenzia come ad essere più colpiti sono le imprese del terziario, con costi ancora troppo alti e sproporzionati a fronte dei quali non corrisponde un’efficiente gestione dei servizi resi dagli enti locali.

Come riporta il rapporto, in base ad Arera, l’autorità di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani, nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l’adozione del nuovo Metodo Tariffario Rifiuti (MTR) con l’obiettivo di evitare voci di costo improprie, inefficienze e una maggiore aderenza tra le tariffe pagate dalle utenze e la reale produzione dei rifiuti nel rispetto del principio europeo “chi inquina paga”.  Il punto cardine di questo principio è che i costi della gestione dei rifiuti, compresi quelli per la necessaria infrastruttura e il relativo funzionamento, sono sostenuti dal produttore iniziale o dai detentori del momento o dai detentori precedenti dei rifiuti.

Ma nei dati dell’Osservatorio si vede come su 110 capoluoghi di provincia e Città Metropolitane, quasi l’80% dei Comuni non ha ancora definito questo nuovo metodo e nel 21% dei Comuni che, invece, lo hanno recepito, in più della metà dei casi (il 58%) il costo della TARI risulta, paradossalmente, in aumento mediamente del 3,8%. I Comuni “virtuosi che hanno ridotto le tariffe nei confronti delle utenze non domestiche, hanno utilizzato modalità diverse: c’è chi è intervenuto solo sulla parte variabile, mentre alcuni Comuni si sono spinti a ridurre la TARI complessiva (fissa e variabile), altri hanno invece previsto un dilazionamento dei pagamenti e infine alcune Amministrazioni comunali hanno ridotto la TARI solo sull’ampliamento dell’occupazione di suolo pubblico.

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