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San Fele (Potenza), piano di promozione turistica

Un piano di comunicazione per la promozione turistica del Vulture, dei suoi saperi e sapori di qualità. E’ stato presentato lo scorso 18 giugno a San Fele, piccolo borgo della Basilicata.

Il piano ha come epicentro San Fele, ma offre anche spazio a collegamenti progettuali, culturali e infrastrutturali da intraprendere con le vicine Campania e Puglia (antenna PON).

Il piano è stato ideato dall’ heritage promoter  Mario Esposito ed è stato realizzato dal Gruppo Opera Italia di Milano per alcune testate di rilievo nazionale, destinate alla distribuzione in partnership con Italo Treno, Aeroporti di Linate, Malpensa e Torino, stazioni ferroviarie e aeroporti di Bologna, Palermo, Bergamo, alberghi di lusso a cinque stelle e in abbonamento con le principali associazioni di categoria come Federmanager e Confprofessioni e Associazione Nazionale dei Direttori amministrativi e finanziari.       

“Basilicata, Campania e Puglia, attraverso rappresentanti istituzionali ed operatori culturali provenienti anche dal Nord, si incontreranno per una tavola rotonda nazionale in questo  luogo dell’anima, una sorta di angulus oraziano, la cui forza sta in una miscela incontaminata di natura, fede e cultura – spiega l’organizzatore Mario Esposito.

San Fele è nota per avere dato i natali a San Giustino De Jacobis, vescovo missionario che evangelizzò l’Etiopia e che fu canonizzato da Paolo VI nel 1975.

Ed è proprio  la figura di San Giustino De Jacobis, oltre al profilo territoriale e programmatico di contiguità,  a collegare San Fele con la Puglia e la Campania.

Nato a San Fele nel 1800, ordinato sacerdote a Brindisi nel 1824, divenne prete nella congregazione della missione di San Vincenzo de’ Paoli. Curò i colerosi a Napoli nel 1836-37 e due anni dopo dal capoluogo partenopeo partì per il Tigrè, operando ad Adua e Adi Kwala con spirito di autentica missione. Le sue ultime parole furono di raccomandazione  e amore verso i suoi discepoli: “Figli miei, tutti voi avrete parte del mio affetto, voglio benedirvi !”.

Traino di tale progettualità saranno lo studio e la diffusione delle tradizioni religiose, la realizzazione di mostre e cantieri dell’arte en plen air, il potenziamento infrastrutturale degli attrattori naturalistici e la valorizzazione dei prodotti tipici. Saperi e sapori come sinonimo di qualità della vita.

Da non trascurare poi l’opportunità derivante da una sapiente, ordinata e regolarizzata attività di inclusione ed integrazione etnica.

Da alcuni anni San Fele ha avviato un programma di accoglienza per i minori non accompagnati provenienti da quell’Africa che proprio quel loro concittadini diventato Santo andò ad evangelizzare. Puntando su cultura e identità si possono creare opportunità di lavoro ed integrazione che diano all’emigrazione un profilo di civile convivenza.

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