
Si è tenuta oggi 26 giugno 2025, presso la plenaria Marco Biagi, l’Assemblea del Cnel.
Nelle sue comunicazioni iniziali il presidente Renato Brunetta ha aggiornato i consiglieri sull’implementazione in corso dell’Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro, istituito presso il Cnel. Si tratta di interventi finalizzati a garantire maggiore trasparenza e offrire informazioni più complete e accessibili sui CCNL, migliorando sia l’utilizzo che la gestione dell’Archivio, vale a dire un patrimonio di 160 mila documenti che riflette il metabolismo dei processi economici e sociali del Paese. Le specificità degli aggiornamenti sono state illustrate dal consigliere Michele Tiraboschi e dal direttore generale per la programmazione e il coordinamento delle politiche settoriali Larissa Venturi.
L’Assemblea odierna ha approvato due disegni di legge, rispettivamente sui beni confiscati alla criminalità organizzata e sul codice alfanumerico assegnato dal Cnel ai contratti collettivi.
In particolare, il primo disegno di legge è relativo a “Disposizioni in materia di gestione, valorizzazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ai sensi del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159”. Il provvedimento è finalizzato a trasformare i beni confiscati in un volano per il territorio, promuovendo legalità, inclusione e sviluppo. Tra le priorità individuate: migliore gestione delle risorse del Fondo Unico Giustizia; accesso al credito per le aziende sequestrate; rafforzamento del ruolo delle Prefetture e delle Regioni; potenziamento della banca dati dell’ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata); estensione della sezione speciale imprese dell’Albo degli amministratori giudiziari a professionalità imprenditoriali e manageriali e obbligo di formazione permanente; maggior coinvolgimento del Terzo Settore e delle Aziende pubbliche di servizi alla persona; applicazione del Dlgs 33/2013 al conferimento degli incarichi nelle fasi di sequestro di prevenzione e confisca; valorizzazione delle buone pratiche.
Il disegno di legge nasce dall’attività istruttoria del Forum imprese e legalità, istituito presso il Cnel e coordinato dal consigliere Tulio Marcelli, che ha condotto audizioni, analisi e proposte concrete per riformare le procedure previste dal Codice antimafia. L’obiettivo è di semplificare le regole, garantire trasparenza e restituire alla collettività, in tempi certi, beni e imprese oggi sottratti alla criminalità, affinché diventino opportunità di riscatto per i territori.
“La proposta di legge che il Cnel ha approvato oggi su beni e aziende sequestrate – ha dichiarato il consigliere Cnel Tulio Marcelli, coordinatore del Forum imprese e legalità – è un primo esito di un ampio lavoro, frutto dell’ascolto e del confronto avvenuto in questo ultimo anno con tutti i soggetti che a vario titolo sono coinvolti nella ‘gestione’ dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Un lavoro che si è avvalso anche del prezioso supporto del nostro segretario generale e degli uffici. In particolare, si è posto l’accento sulla trasparenza dei dati e sulla volontà di contribuire a rendere più efficiente la gestione delle imprese oggetto di sequestro e confisca”.
Accogliendo una proposta di integrazione al disegno di legge presentata dal consigliere Domenico Mamone, presidente dell’Unsic, il Cnel si è impegnato a condurre una valutazione complessiva delle proposte presentate dal consigliere Mamone, il quale ha proposto in particolare di valutare un esonero contributivo triennale per le imprese che, a seguito della concessione o assegnazione di beni confiscati alla criminalità organizzata in regioni del Sud Italia, assumano personale a tempo indeterminato, nonché una riduzione del 3 per cento dell’Irpef applicabile al reddito dell’imprenditore o legale rappresentante dell’impresa che rileva beni o aziende confiscate e ne assicuri il pieno reinserimento nel tessuto economico-legale del territorio. Il Cnel assume l’impegno ad un approfondimento.
Il secondo Ddl approvato nella seduta è inerente la “Assegnazione alle localizzazioni d’impresa del dato relativo al contratto collettivo nazionale di lavoro indicato mediante il codice alfanumerico unico di cui all’articolo 16-quater del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito con modificazioni dalla legge 11 settembre 2020, n. 120”. La proposta di legge punta a collegare il patrimonio informativo costituito dal Registro delle imprese con l’Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro del Cnel, già integrato con i dati Inps. Le visure camerali potranno contenere la disciplina di lavoro applicata ai lavoratori dipendenti dell’impresa, identificata dal codice alfanumerico unico assegnato dal Cnel al CCNL e consultabile tramite link diretto al sito del Consiglio. È un ulteriore passo verso una maggiore trasparenza nel sistema delle relazioni industriali.
Approvato in Assemblea anche un documento di osservazioni e proposte sulle aree interne, per contrastare i processi di spopolamento e di marginalizzazione.
Il Cnel, nel dettaglio, lancia un appello per trasformare le aree interne italiane in motori di sviluppo sostenibile, sociale ed economico, approvando un articolato documento di osservazioni e proposte nel quale vengono individuate misure concrete per invertire i processi di spopolamento, fragilità e marginalizzazione che colpiscono oltre 4.000 comuni italiani, abitati da più di 13 milioni di persone.
Il documento, a cui l’Assemblea ha dato il via libera, ha come focus un nuovo modello di sviluppo basato su servizi di cittadinanza, agricoltura giovane e sostenibile, infrastrutture efficienti, digitalizzazione, fiscalità agevolata, rilancio delle imprese locali e valorizzazione del capitale naturale, culturale e sociale. Particolare attenzione è posta al ricambio generazionale nel settore agricolo, al sostegno alle cooperative di comunità, alla nascita di nuove attività imprenditoriali e all’integrazione dei fondi PNRR con le strategie locali. Tra le priorità: rafforzare la capacità amministrativa degli enti locali; favorire la nascita di Comunità Energetiche Rinnovabili; sviluppare una sanità di prossimità e un welfare personalizzato; promuovere formazione e ricerca universitaria legata ai territori. Il testo, che rappresenta la base per un futuro disegno di legge d’iniziativa Cnel, propone l’adozione di una ‘clausola sociale’ per incentivare chi decide di vivere, lavorare e investire nelle aree interne.
“Le aree interne – ha dichiarato il vicepresidente del Cnel Claudio Risso, in qualità di relatore sul documento di osservazioni e proposte approvato dall’Assemblea – sono ricche di cultura, storia, tradizione. Sono un pezzo importante del nostro Paese, circa il 60% del territorio italiano, che ha in sé grandi potenzialità di crescita e anche l’opportunità di una maggiore sostenibilità ambientale. Purtroppo, queste aree nel corso del tempo hanno subito processi di marginalizzazione, di desertificazione dei servizi, di spopolamento e abbandono, determinando impoverimento complessivo, degrado ambientale e problemi occupazionali. I costi sociali di tutto ciò ricadono sull’intero Paese. Per questo il Cnel ha posto un’attenzione particolare al rafforzamento degli interventi dedicati alle aree interne, con l’obiettivo di contribuire al loro rilancio attraverso azioni di sistema che coinvolgano istituzioni, attori locali, società civile e corpi intermedi”.
Il tema delle aree interne è da tempo all’attenzione del Cnel e rappresenta un aspetto centrale del programma di attività della XI Consiliatura. Il documento di osservazioni e proposte approvato dall’Assemblea è il frutto, in particolare, di un vasto e approfondito lavoro di ascolto e di analisi svolto dal Gruppo di Lavoro “Rigenerazione e ripopolamento delle aree territoriali marginali”, coordinato dal consigliere Massimo Giuntoli. Questa attenzione ricomprende anche altri ambiti posti al centro dell’attenzione nel programma Cnel, collegati alla dimensione dello sviluppo locale, come quello delle periferie e della rigenerazione urbana o quello della desertificazione dei servizi. Alla base c’è la consapevolezza che solo la valorizzazione del ruolo dei corpi intermedi, il coinvolgimento della società civile e il protagonismo delle forze sociali, economiche e del volontariato, potrà garantire l’avvio di una strategia globale per il rilancio dei territori marginali.
“All’interno del tema delle aree interne – ha affermato il consigliere Massimo Giuntoli, relatore sul documento di osservazioni e proposte approvato dall’Assemblea – ci sono tantissimi aspetti. C’è veramente una multidisciplinarietà completa. Il documento che abbiamo elaborato è in realtà un documento aperto, che vuole avviare un percorso di riflessione ad ampio raggio. Siamo partiti da un paradigma di fondo. A livello europeo per definire le aree interne si usa il concetto della distanza. Noi capovolgiamo questo punto di vista e indichiamo le aree interne come contesti con fenomeni di esclusione economica e sociale e non semplicemente delle aree caratterizzate da una qualche distanza dalle zone urbane. La prossimità è oggi uno dei temi più importanti in Italia, che non può riguardare solo le periferie urbane ma anche queste zone territoriali marginali dove vive una parte rilevate del Paese. Questa è una grande sfida”.
Il testo prospetta un nuovo modello di sviluppo basato su servizi di cittadinanza, agricoltura giovane e sostenibile, infrastrutture efficienti, digitalizzazione, fiscalità agevolata, rilancio delle imprese locali e valorizzazione del capitale naturale, culturale e sociale. Il documento, che si pone come base per un futuro disegno di legge d’iniziativa Cnel in materia, propone tra l’altro l’adozione di una ‘clausola sociale’ per incentivare chi decide di vivere, lavorare e investire nelle aree interne.
Via libera, inoltre, a un parere relativo ad atti Ue sul settore automobilistico, con particolare riferimento al Piano d’azione industriale per l’automotive elaborato dalla Commissione lo scorso mese di marzo e al Regolamento 2025/1214 relativo alla conformità in materia di emissioni di CO2 delle autovetture. Il parere sottolinea l’importanza strategica del settore per l’economia italiana ed europea, sia in termini di occupazione che di valore aggiunto. Tuttavia, evidenzia come il comparto stia attraversando una fase di profonda trasformazione e crisi, a causa della transizione ecologica, dei cambiamenti nei modelli di produzione e consumo e della crescente competizione globale. In questo contesto, il Cnel, pur condividendo il contenuto degli atti Ue analizzati, richiama la necessità di politiche industriali integrate e di lungo periodo, capaci di accompagnare il settore con equilibrio, sostenendo innovazione, competitività e tutela dell’occupazione.
Nella seduta, inoltre, è stata approvata la revisione organica del “Regolamento degli organi, dell’organizzazione e delle procedure”, finalizzata a semplificare le procedure di funzionamento di un organo complesso quale il Cnel corrispondendo così all’esponenziale incremento delle attività istituzionali che caratterizza la nuova Consiliatura e alle nuove funzioni derivanti da recenti normative.
L’Assemblea ha anche approvato le Variazioni al bilancio preventivo per gli anni 2025, 2026 e 2027.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
