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Sebastian Giovinco nella sede nazionale dell’Unsic

Domenico Mamone mostra la maglia di Sebastian Giovinco

È tornato in Italia a 35 anni. Compiuti lo scorso gennaio. In fondo un ragazzino rispetto a Zlatan Ibrahimović. La nuova maglia è quella blucerchiata della Sampdoria di Marco Giampaolo, benché i problemi al polpaccio lo stiano tenendo fuori dal campo. Ma di lui, di Sebastian Giovinco, la cosiddetta “formica atomica” – 164 centimetri di altezza per 61 chili – avevamo quasi dimenticato l’evoluzione della carriera. Eppure questo globetrotter del pallone, qualcuno lo ha chiamato anche “trottolino amoroso”, attrezzato con grande tecnica, velocità, guizzi, visione di gioco e abilità nello stretto, ha vinto campionati in tre diversi continenti e l’equivalente della Champions in Asia e in America. Nel bilancio italiano, due Supercoppe italiane (2012 e 2013) e due scudetti (2013 e 2014).

Negli ultimi sette anni Giovinco è stato praticamente “un italiano all’estero”. Per ben quattro anni, dal 2015 al 2019 al Toronto, in Canada, con un bottino di 73 reti. E poi, in piena pandemia, a Riad, in Arabia Saudita: la squadra è quella dell’Al-Hilal Saudi, sorta di Juventus locale grazie ai diciassette campionati vinti. Ha detto: “A Toronto mi sono disintossicato. Non scopro io che il nostro calcio è stressante, in MLS ho trovato l’entusiasmo della gente senza mai avvertire vere pressioni. L’Arabia Saudita è stata una sorpresa, vivono il calcio come da noi in Italia, è il loro sport nazionale”.

Palleggi tra Sebastian Giovinco e Domenico Mamone

La citazione bianconera non è casuale. Infatti, rivedere Sebastian Giovinco in serie A, con la maglia della Sampdoria orfana di Gabbiadini, riporta alla mente le prodezze soprattutto con la Vecchia Signora. Lui torinese, con origini siciliane e calabresi, è cresciuto proprio nelle giovanili della Juventus – maglia bianconera già a nove anni – vincendo tra il 2005 e il 2006 il Torneo di Viareggio e il Campionato Primavera, per il quale è stato premiato dal prestigioso Guerin Sportivo come miglior giocatore della fase finale del torneo.

L’esordo con la Juve in prima squadra in una stagione non proprio degna della Signora: in serie B, il 12 maggio 2007. Nel corso di un Juventus-Bologna. Subentrato a Raffaele Palladino, Giovinco offrì l’assist a Trezeguet per la rete del definitivo 3 a 1 in favore della squadra torinese.

Domenico Mamone e Sebastian Giovinco

Tra il 2008 e il 2015 l’attaccante ha giocato tre spezzoni di carriera in bianconero con un bilancio di 89 partite e 12 gol. E contro la sua ex squadra ha anche realizzato quattro gol in sei partite. Ma forse il miglior Giovinco s’è espresso con il Parma di Franco Colomba e di Roberto Donadoni, tra il 2010 e 2011: 66 presenze e 22 reti, tanto che la Juve ne ha riscattato la comproprietà. Tra le piazze dove s’è espresso c’è anche Empoli, un anno con 35 presenze e sei gol.

Chi tenuto in alta valorizzazione Giovinco è stato il c.t. azzurro Cesare Prandelli, che lo ha fatto esordire in nazionale il 9 febbraio 2011 in un’amichevole con la Germania finita uno a uno e lo ha incluso nella trasferta in Polonia e Ucraina per gli Europei di calcio del 2012, terminati con un secondo posto per l’Italia dietro alla Spagna, dove il fantasista ha però giocato solo due partite. In tutto, 23 presenze con la maglia azzurra e un gol.

Domenico Mamone, Sebastian Giovinco e Carlo Parrinello

Una carriera contrassegnata anche dal peso delle aspettative, da quella litania di dover sempre dimostrare di essere all’altezza di qualcuno e di qualcosa. Ma anche dalla prematura scomparsa dell’amico Piermario Morosini, con cui ha giocato a lungo insieme nelle nazionali giovanili.

Di lui ha detto Roberto Donadoni: “Seba ha una grande dote, spontanea, di gestire la palla tra i piedi. Deve migliorare e incrementare il resto. Spende energie a vuoto e perde lucidità, mentre è giusto che dia sfogo alle sue capacità tecniche”. E Cesare Prandelli nel 2011: “Ho sempre creduto in Sebastian, sta trovando anche continuità sottoporta”. Antonio Conte nel 2014: “Giovinco sta facendo molto bene, sta prendendo coscienza dei propri mezzi ed è quello che gli dico sempre. È un giocatore bravo nell’uno contro uno, che determina. Mi auguro che continui così da qui alla fine, perché lui ha delle chance mondiali che può giocarsi, sicuramente a Prandelli può fare molto comodo”.

Domenico Mamone, Sebastian Giovinco e Salvatore Mamone

L’entusiasmo popolare per questa importante carriera ha trovato conferma nella sede nazionale dell’Unsic di Roma, in via Angelo Bargoni, visitata dal fantasista oggi sampdoriano. Giovinco è stato accolto dal presidente dell’Unsic, Domenico Mamone, che ha rispolverato i suoi trascorsi calcistici palleggiando con il globetrotter ex juventino. Il giocatore ha poi visitato tutte le strutture della galassia Unsic, distribuite su sei piani dell’edificio di Trastevere, incontrando, tra gli altri, Salvatore Falzone al Caa, Reno Insardà all’Enuip, Salvatore Mamone all’Enasc e Carlo Parrinello a Fondolavoro.

Sebastian Giovinco autografa la sua maglia

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