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Unsic al Senato per presentare osservazioni sulla legge di bilancio

Il 12 novembre scorso Unsic ha accolto un invito del gruppo al Senato di Italia Viva, rivolto anche ad altre confederazioni e associazioni di settore, per ascoltare osservazioni e proposte sulla legge di bilancio 2020.

All’incontro, in cui l’Unsic è stata rappresentata dal coordinatore del Centro Studi Unsic, Luca Cefisi, l’Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori ha rappresentato alcune osservazioni e preoccupazioni.

Questo, pur in quadro di apprezzamento dell’impianto generale della legge, dal punto di vista del congelamento dei temuti dell’Iva soprattutto, ma anche dello sforzo di investimento per il Sud, questione di particolare rilevanza agli occhi di Unsic, che prende atto con favore della conferma dell’incentivo “Resto al Sud” di nuovi strumenti di investimento per le imprese del Mezzogiorno.

Apprezzamento, con l’occasione, si è manifestato anche per l’annuncio, diffuso quel giorno stesso, dell’intenzione del governo di sostenere la gratuità degli asili nido, tenendo presente i numerosi studi, in sede europea, che indicano nell’accesso ai nidi un fattore cruciale per l’occupazione femminile, e quindi per la liberazione di risorse lavorative e umane che appaiono indispensabili anche per la maggiore produttività del sistema-Paese.

Unsic non ha però rinunciato a una serie di osservazioni critiche sul ddl, tanto più necessarie in sede di incontro con un gruppo parlamentare appartenente alla maggioranza governativa, e quindi particolarmente responsabile delle scelte in esso contenute, e questo nel segno della consolidata indipendenza e autonomia di indirizzi dell’Unsic.  

Circa l’Iva, si è ribadito che Unsic da sempre sostiene l’importanza di politiche della domanda, mirando all’importanza che i consumi delle famiglie hanno un ciclo virtuoso consumo-produzione che è particolarmente cruciale per i prodotti agricoli. In questo senso, si è osservato che il congelamento dell’aumento dell’Iva è comunque il compromesso al minimo comune denominatore di contrasti interni alla maggioranza, che ha archiviato qualsiasi proposta di revisione selettiva delle aliquote.

Questa revisione potrebbe non essere un tabù, evidentemente con scelte bilanciate e adeguate nel merito, anzi potrebbe essere opportuna, mantenendo invariato o anche alleggerendo l’Iva su prodotti a largo consumo, specie alimentari, e invece variandola su prodotti che non incidono su quei nuclei familiari che tendono a consumare per necessità tutto o quasi il loro reddito.

Soprattutto, si è segnalato come la parte del disegno di legge relativa all’agricoltura appaia breve e priva di un’impostazione omogenea. Vi si rinviene un provvedimento settoriale, quali gli aiuti contro l’infestazione da cimice asiatica, ma questo ci sembra riduttivo rispetto al tema più ampio del rischio in agricoltura: ci si aspetta da molto tempo un rilancio dei fondi mutualistici e in generale di tutti gli strumenti che provvedano a salvaguardare l’agricoltura dal crescente rischio climatico.

Va anche fatta luce sulla questione dell’esenzione Irpef per i redditi dominicali: presentata in modo rassicurante come una conferma per il 2020, la norma prevede però che dal 2021 tali redditi verranno calcolati al 50percento. Facile intuire che dal 2022 ci sia da attendersi la fine dell’esenzione dal reddito imponibile. Unsic ritiene invece che occorra mantenere questa sorta di sgravio fiscale, in una situazione dove i piccoli agricoltori sono già oberati e con margini di profitto bassi in generale.

Bene allora le misure per il ricambio generazionale, ma anche qui occorre francamente dire che di ricambio generazionale si parla da tanti anni, e senza una visione complessiva del futuro dell’agricoltura, e senza tenere presente i trend verso la riduzione del numero di aziende agricole in funzione della loro dimensione, si rischia di continuare con provvedimenti-tampone di dubbia efficacia. L’agricoltura italiana merita di più.

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