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Ustica: due giorni dedicati alla dieta mediterranea

Presso il villaggio di Punta Spalmatore ad Ustica, nell’ambito del Villaggio letterario s’è tenuta una due giorni sui benefici della dieta mediterranea a cura del giornalista e scrittore Mario Liberto. Ha presentato i lavori l’architetto Patrizia Genova con il coordinamento del giornalista Giorgio Fiammella presidente dell’associazione Kermesse.

Nel corso dei lavori è stata tracciata la storia della dieta scoperta dal biologo statunitense Ancel Keys, ideatore della famosa razione K, il quale per primo ha testato i benefici di questa tipologia di alimentazione che incide positivamente sulle persone che soffrono di malattie cardiovascolari. Il biologo, che tra l’altro è morto a 101 anni seguendo scrupolosamente la dieta mediterranea, ha intuito, in particolare, che soltanto le popolazioni viventi nel bacino del Mediterraneo presentano percentuali di ictus e infarti ben al di sotto della media rispetto alle popolazioni nord americane e del nord Europa.

Liberto, in particolare, ha illustrato la “piramide alimentare” che è la chiave grafica per visualizzare le semplici regole della dieta mediterranea. Essa è suddivisa in tre parti. Alla base della piramide è indicata l’attività fisica, possibilmente giornaliera.

“La dieta mediterranea rimane sempre la scelta migliore: punto di riferimento per un’alimentazione sana, di chiunque voglia seguire uno stile di vita equilibrato e corretto. Quindi, non parliamo di dieta per dimagrire ma di un concetto molto più ampio, in quanto riguarda un intero modo di vivere, la cui corretta alimentazione ne rappresenta la componente più importante e le cui caratteristiche, purtroppo, sono poche conosciute – ha spiegato Liberto.

Gli alimenti messi sotto accusa sono principalmente grassi saturi come burro, strutto, carne rossa e latte, mentre quelli che consentono uno stile di vita più sano sono pasta, pesce, frutta e verdura e olio extravergine di oliva.

Nel gradino superiore ci sono i cereali: pane, pasta, riso, preferibilmente a base di farine non raffinate, quindi nella forma integrale, devono essere sempre presenti sulle nostre tavole in quantità di circa il 50-60% del totale calorico che ingeriamo.

A salire ci sono frutta e verdura, che devono essere locali e di stagione: la dieta mediterranea, infatti, predilige il legame con la propria terra e di conseguenza, scoraggia l’utilizzo di frutta esotica o di verdura non strettamente connessa con il territorio mediterraneo. Nell’arco della giornata le porzioni di frutta e verdura devono essere massimo cinque ed è caldeggiato anche l’utilizzo di olio extravergine di oliva come fonte di condimento, la cui presenza deve essere moderata ma costante in ogni pietanza.

Nella parte superiore e più stretta della piramide, sono presenti gli alimenti che devono essere consumati di meno, come quelli di origine animale, come ad esempio la carne bianca e il pesce, le uova, formaggi, latte e latticini, la cui frequenza non dovrebbe essere superiore a due-tre porzioni a settimana.

Al vertice, nel posto destinato agli alimenti che si dovrebbero evitare o consumare raramente, c’è la carne rossa e gli zuccheri raffinati come dolci e preparati industriali.

La dieta mediterranea rappresenta lo stile alimentare e di vita riconosciuta universalmente come uno stile di vita sano, sostenibile, ed equilibrata. Non a caso dal novembre 2010 essa è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco, segno che le abitudini alimentari dei popoli di tutto il bacino mediterraneo possono e devono essere prese come modello di vita per garantirsi una vita in perfetta salute.

Mario Liberto, ha evidenziato statisticamente, “come escludendo altre variabili, come il fumo, l’ipertensione e lo stress, la dieta mediterranea ha valore protettivo anche nei confronti dei tumori maligni, ha infatti dimostrato come esista uno stretto rapporto tra alimentazione, livelli di colesterolo ed incidenza della malattia”.

Fonte: Sicilia Agricoltura (Giorgio Fiammella)

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