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Usura: nuovi criteri per la ripartizione del Fondo di prevenzione

UsuraLe risorse del fondo per la prevenzione dell’usura saranno ripartite sulla base di nuovi e più efficaci indicatori tra cui la capacità di spesa dei contributi ricevuti e il rischio usura in ambito territoriale. E’ uno dei risultati della riunione annuale della Commissione di gestione del fondo, a cui ha preso parte il commissario straordinario del governo, Domenico Cuttaia, che si è tenuta presso il ministero dell’Economia e delle Finanze, per deliberare sulla ripartizione delle risorse a favore delle associazioni e delle fondazioni, nella misura del 30%, e per i Confidi per il restante 70%.

La Commissione ha stabilito di apportare alcuni correttivi relativi agli indici provinciali in modo da considerare la forte difficoltà che hanno incontrato alcuni territori a causa dei terremoti del 2016 e del 2017 (L’Aquila, Teramo, Pescara, Rieti, Fermo, Ascoli Piceno, Macerata, Ancona, Terni e Perugia).

Queste misure consentiranno di fronteggiare meglio le difficoltà economiche nei diversi contesti territoriali, con una particolare attenzione alle famiglie e con maggiori interventi a favore dei settori della piccola e media impresa, soprattutto, in relazione alle garanzie per l’accesso al credito bancario.

Il commissario Cuttaia ha proposto di pubblicizzare l’iniziativa con un incontro che potrà svolgersi presso una prefettura di una delle province interessate.

Cos’è il Fondo per la prevenzione dell’usura

Il Fondo è stato istituito per rafforzare l’azione di prevenzione nei confronti dei soggetti a rischio di usura – famiglie e categorie imprenditoriali e professionali – in un momento particolarmente critico. Lo stanziamento del capitolo di bilancio è di 27.005.939,00 euro; esso sarà distribuito tra gli enti risultati idonei, sulla base della documentazione presentata con le domande per l’anno 2017.
Tale stanziamento è determinato da sanzioni amministrative antiriciclaggio e valutarie, a norma della legge n. 266/2005.
La ripartizione di contributi è basata sulla combinazione di indicatori dell’efficienza, della capacità di spesa dei contributi ricevuti e del rischio di usura presente nell’ambito territoriale, dove opera l’ente assegnatario.

(Gi.Ca.)

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