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Cina: deflazione in calo, a rischio l’economia

Dopo la pandemia la Cina continua ad arrancare. La deflazione scendere ancora per il nono mese consecutivo raggiungendo il tasso più basso dal febbraio 2021. Anche i prezzi al consumo, contro le aspettative e nonostante la leggera crescita dello 0,2 per cento di maggio, restano invariati su base annua.

Ancor peggiore la situazione dei prezzi alla produzione che, secondo il National bureau of statistics, a giugno sono diminuiti del 5,4 per cento su base annua, registrando un ulteriore calo rispetto al mese di maggio, quando si era attestato su un meno 4,6 per cento, e delle aspettative degli analisti che prevedevano un meno 5 per cento. È il dato più basso dal 2015.

Lo scorso mese il governo, che a marzo aveva stimato per il 2023 un obiettivo per l’inflazione media al consumo del 3 per cento, è stato costretto a tagliare i tassi ufficiali per aumentare la liquidità e ha cercato di adottare misure per promuovere i consumi dei cinesi. Tuttavia, nonostante gli sforzi di Pechino, la spesa delle famiglie resta debole così come la domanda estera.

In base alle previsioni degli analisti entro la fine dell’anno l’inflazione complessiva dovrebbe salire all’1 per cento, ma il quadro generale è quello di un’economia cinese che versa nell’incertezza.

I dati sull’indebolimento economico della Cina sono arrivati durante la visita del segretario al Tesoro Janet Yellen nel Paese.

In questa occasione la Yellen ha assicurato che le restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti sui semiconduttori per tagliare la fornitura di tecnologia americana da parte delle aziende cinesi non servono per “ottenere un vantaggio economico” ma per preservare la sicurezza nazionale.

Inoltre, in base a quanto riferito dall’Ansa, il segretario ha espresso “serie preoccupazioni per le pratiche commerciali sleali attuate da Pechino, tra cui gli ostacoli all’ingresso per le società straniere nel mercato cinese e le questioni relative alla protezione della proprietà intellettuale in Cina”.

Nel complesso, comunque, si è trattato di un confronto proficuo che ha portato a “significativi accordi”, nell’ambito di discussioni “dirette, sostanziali e produttive”.

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