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Diffusi documenti top secret, il Pentagono apre la caccia all’uomo

Il Pentagono ha aperto la caccia all’uomo dopo che un centinaio di documenti militari segreti sono stati pubblicati in rete. I file diffusi su Discord già ai primi di marzo, ma forse anche prima, hanno iniziato a circolare su Telegram ad aprile. I documenti, che riportano l’emblema del Joint Chiefs of Staff, ossia lo Stato maggiore, sono stati fotografati e poi messi in rete. Si tratta di una delle più gravi fughe della storia dell’intelligence statunitense.

Le informazioni diffuse riguardano principalmente la guerra in Ucraina, come la lista delle forniture militari, comprese quelle di Paesi che pubblicamente negano qualsiasi forma di sostegno all’Ucraina come la Serbia, valutazioni sui contributi forniti dagli alleati europei e la presenza di truppe speciali occidentali sul territorio di guerra.

Il rischio che la diffusione di questi documenti comporta per le operazioni militari è evidente. Come scrive La Repubblica, gli alleati dei “five eyes”, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda, hanno minacciato di interrompere la condivisione della loro intelligence.

Intanto il Pentagono sta cercando il responsabile. Trattandosi di fotografie di documenti stampati si è già esclusa l’ipotesi di spionaggio elettronico. Le indagini al momento stanno seguendo tre strade. Una prima possibilità è che si tratti della ripicca di qualche dipendente scontento o contrario alla guerra. Una seconda ipotesi, molto più grave e preoccupante, è che il responsabile sia una talpa interna, magari reclutata dai russi. Infine, una terza possibilità, che per quanto innocua sarebbe davvero paradossale, è che qualcuno autorizzato a maneggiare i documenti li abbia lasciati incustoditi per errore o distrazione.

Al momento le tracce lasciate dal colpevole sarebbero diverse, a cominciare dall’emblema dello Stato maggiore, che permette di ridurre la cerchia degli indagati, continuando con gli oggetti sullo sfondo, per finire con l’indicazione sui documenti dell’ora e il luogo dove sono stati stampati. Ovviamente c’è chi teme si tratti di depistaggi, ma se non altro questi elementi sono un buon punto di partenza per indirizzare le indagini.

Quel che conta adesso è risolvere al più presto la situazione, cercando di fare chiarezza sull’accaduto come pretendono gli alleati, ma soprattutto rimediare, per quanto possibile, alla fuga di informazioni.

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