
La conferenza euro-mediterranea vede impegnati per la prima volta scienziati, esperti, decisori politici, associazioni e organizzazioni nazionali e internazionali, e tutte le strutture di protezione civile dei Paesi che affacciano sul Mare Nostrum, su varie tematiche con sessioni e panel a partire dalle analisi scientifiche delle dinamiche climatiche in corso con proiezioni anche a lunga scadenza degli impatti a partire da alluvioni e siccità, desertificazioni e aumento del livello del mare, che già colpiscono aree costiere e interne. Durante l’evento verranno presentati, verso una strategia inter-istituzionale concertata su ambiente, sviluppo sostenibile ed economia circolare, coinvolgendo la società civile ed i principali stakeholders: i piani di adattamento, le tecnologie più innovative di previsione e controllo di rischi naturali e meteo-climatici, le innovazioni per le transizioni energetiche e la produzione di energia rinnovabile.
La scelta del Mediterraneo come oggetto di studio non è casuale. Il Mediterraneo è uno dei “laboratori” degli effetti del riscaldamento globale. Nell’area mediterranea il cambiamento climatico corre ad una velocità del 20 per cento superiore alla media globale, e la temperatura pre-industriale è già stata superata da un range da 1,2 a 3°, con variabili climatiche compromesse, che fa sì che la regione mediterranea sia un hotspot di effetti climatici con deficit pluviometrici prolungati ed eventi meteo con elevate magnitudo e veri uragani tropicali detti Medicane, che determinano effetti sulle acque e l’ambiente naturale, l’agricoltura e le aree urbane, la salute, le migrazioni.
Ci misuriamo con nuove sfide nell’area del Mediterraneo, una regione particolarmente fragile dove l’incremento delle temperature è più veloce rispetto alla media globale e l’accesso all’acqua dolce si riduce progressivamente, accrescendo l’insicurezza idrica per decine di milioni di persone. È urgente agire e rafforzare le azioni di collaborazione in corso in azioni di: conservazione e gestione sostenibile delle risorse idriche, innovazioni nell’agricoltura, il riciclo dell’acqua e le risorse non-convenzionali, il miglioramento della qualità dell’aria e dell’inquinamento, la gestione delle aree portuali, lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il panel è articolato in tre giornate con diverse sessioni, nelle quali affrontare 6 aree tematiche.
Rapporto sul clima – Gli effetti prodotti e previsti dal cambiamento climatico, a media e lunga scadenza sulle acque.Coordinata da Antonio Navarra presidente del Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici con scienziati e centri di ricerca e università dei Paesi mediterranei.
Climate – Smart Agriculture – Agricoltura e cambiamento climatico: sfide e opportunità.
Coordinato da AICS, con delegati della FAO, UE, Nord Africa, scienziati, centri di ricerca e università.
Acqua e crisi climatica – Il cambiamento climatico sta perturbando i modelli metereologici, portando a eventi metereologici estremi, disponibilità di acqua imprevedibile, aggravando la scarsità di acqua e contaminando le riserve idriche. Il mondo deve diventare più intelligente nel consumo di acqua.
Transizione energetica – La transizione energetica fondata sulla produzione di energie rinnovabili. Tecnologie, governance e policy per la mitigazione e l’adattamento nei vari Paesi e su scala regionale. Gli investimenti e le agende per lo sviluppo.
Gestione delle emergenze – Confronto con i direttori e i responsabili delle Protezioni Civili dei Paesi mediterranei, coordinata da Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile italiana.
Adattamento e mitigazione – Strategia e programmi d’azione sull’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, coordinato dal ministro per il Sud e la Coesione Territoriale e dall’Agenzia italiana per la Coesione territoriale.

UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
