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Bonus 18enni, ora solo a studenti “meritevoli” o con Isee basso

La legge di Bilancio modifica il bonus cultura. Ora a ricevere i 500 euro non dovrebbero essere più tutti i diciottenni indistintamente, ma solo gli studenti con reddito familiare inferiore a 35 mila euro o chi si diploma con 100. Chi rientra in entrambe le categorie, invece, potrà sommarli, ottenendo così 1.000 euro.
Con la nuova misura, infatti, viene eliminata 18App, mentre al suo posto vengono istituite la Carta Cultura e la Carta Merito. I fondi destinati sono 190 milioni di euro, ovvero la cifra utilizzata per 18App e per cui, invece, erano stanziati 230 milioni.

A rientrare nel requisito per merito dovrebbe essere circa uno studente su dieci, negli ultimi esami di maturità, infatti, si è diplomato con 100 il 9,4 per cento degli studenti. Per reddito, invece, secondo il governo dovrebbero rientrare circa l’80-85 per cento degli studenti, per cui la platea di beneficiari sarebbe molto vasta. L’obiettivo, infatti, molto discutibile, sarebbe escludere dal contributo chi può già accedere ampiamente ai consumi culturali grazie ai redditi familiari e allo stesso tempo bloccare le truffe con meccanismi di prevenzione e sanzioni.

Numerose le proteste, non solo da parte dell’opposizione ma anche dal mondo della cultura e della scuola. Dario Franceschini, senatore Pd ed ex ministro alla Cultura, ha dichiarato: “Le modifiche che la maggioranza si appresta a votare penalizzano i giovani, e sottraggono fondi consistenti ai diversi settori della cultura coinvolti, a partire dall’editoria. È avvilente vedere che dopo tanti anni di crescita il bilancio del ministero della cultura viene tagliato – riporta la Repubblica.

“È sbagliato legare il diritto allo studio alle prestazioni scolastiche e al voto, sui quali possono influire molte circostanze, a cominciare dal benessere fisico e mentale dello studente. Senza contare che libri e materiali scolastici ormai hanno costi esorbitanti, 1.200 euro l’anno, calcola il Codacons. Il bonus cultura non risolve il problema, ma è una forma di sostegno. Portando avanti solo la logica del merito e della competizione si spingono molti studenti ad abbandonare la scuola” protesta Bianca Chiesa, portavoce di Unione Studenti.

Secondo l’Associazione Italiana Editori (Aie) la stessa procedura di accesso risulta troppo complicata e scoraggerebbe i giovani. “I libri rappresentano l’immaginazione, la capacità che ha un paese di guardare avanti. Non tenere conto di questo vuol dire compiere un grave errore culturale, ha affermato l’editore Giuseppe Laterza, intervistato da Raffaella de Santis per Repubblica. Continuando: “Mi sembra riduttivo distinguere in base alla provenienza sociale e ai risultati scolastici. Il lato innovativo della 18App è stato quello di lasciare a tutti i ragazzi la possibilità di scegliere come investire quell’incentivo, stimolando i giovani a mettersi in gioco”. Senza contare che il bonus è stato fondamentale nel settore culturale, così come in quello editoriale e i dati Istat parlano chiaro. Come fatto presente da Laterza, “dal 2010 al 2016 la lettura tra i giovani tra i 15 e i 17 anni era scesa dal 59 al 47 per cento, con 241 mila lettori in meno. Dal 2016 — l’anno in cui viene introdotta la 18App — al 2019, i lettori tra i 18 e i 21 anni salgono dal 46 al 54 per cento, con un incremento di 183 mila. Questo spiega perché tutta la filiera del libro stavolta è stata compatta nel difendere il bonus”.

Insomma quella del nuovo bonus cultura è una misura che sta ricevendo parecchie critiche, soprattutto perché come ha affermato Irene Manzi, capogruppo Pd in Commissione Cultura e riportato dal Sole 24 Ore: “Tagliano i fondi, complicano le procedure, e concepiscono l’accesso alla cultura come un premio e non come un diritto universale”.

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