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Tradizione e progresso: le “vigne urbane” conquistano le città

vigne urbane

Quando la tradizione agricola si unisce in un abbraccio sinergico con la modernità e il progresso, può capitare di dare alla vita un ibrido interessante, capace di portare i frutti della terra anche in luoghi che per definizione sono poco ospitali.

Oggi, infatti, non è più necessario abbandonare la città per godere del verde della campagna, basta alzare lo sguardo verso un palazzo moderno o inoltrarsi tra le vie dei quartieri o ancora addentrarsi in un giardino pubblico, per trovare piccoli appezzamenti di terreno dove crescono rigogliosi dei vigneti.

Nel corso degli anni, le “vigne urbane” sono diventate delle vere e proprie compagne nel tram tram quotidiano di molti cittadini e si stanno imponendo una realtà in crescita.

Queste piccole oasi di verde, prendendo spunto dai più famosi “orti urbani”, pezzetti di città riconvertiti a terreni agricoli per la coltivazione di frutta e verdura, nascono dall’idea di ridisegnare le immagini delle città e delle metropoli moderne, valorizzando aree dismesse o inutilizzate. Tutto con l’obiettivo di tutelare e promuovere l’integrazione e coesione sociale.

Nati in punta di piedi, i vigneti urbani sono ormai diffusi non solo in quasi tutto il territorio nazionale ma anche nelle principali città europee e negli Stati Uniti, creando una rete interconnessa tra i vari produttori.

Una delle più importanti è quella formata dalla Urban Vineyards Association, nata nel 2019 con l’intento di valorizzare le vigne urbane attraverso la partecipazione a eventi nazionali e internazionali, l’organizzazione di eventi e attività di carattere culturale e turistico e promuovere iniziative volte alla beneficenza e alla partecipazione sociale.

Le realtà riunite nella Urban Vineyards Association ad oggi sono:

  • Vigna della Regina all’interno di Villa della Regina a Torino
  • la vigna Clos Montmartre di Parigi
  • il Clos de Canuts a Lione
  • i vigneti ritrovati della Laguna di Venezia
  • la vigna di Castel di Pugna “Senarum Vinea” di Siena
  • la Vigna di Leonardo all’interno della casa degli Atellani a Milano
  • la Vigna del Gallo all’interno dell’orto botanico dell’Università di Palermo
  • i filari di San Francesco della Vigna a Venezia
  • il Clos all’interno del Palais des Papes di Avignone
  • i filari di Rooftop Reds impiantati sui tetti di Brooklyn a New York
  • la Etna Urban Winery di Catania

E proprio questi ultimi due vigneti hanno ufficializzato il loro ingresso, Urban Vineyards Days, il convegno annuale dell’Associazione svoltosi a Siena lo scorso 16 e 17 ottobre, con la realtà newyorkese che ha fatto da apri pista per l’espansione extra europea.

“Poterci incontrare nuovamente e dare il benvenuto a due prestigiosissimi nuovi soci è stato molto importante per la nostra giovane Associazione – racconta Luca Balbiano, Presidente di U.V.A. – Siamo un gruppo eterogeneo di persone, con esperienze di vita e di lavoro diverse e provenienti da luoghi anche molto lontani tra loro. E forse è proprio questa la nostra forza, che ci permette di confrontarci in un modo schietto e di mettere in circolo le nostre idee. La pandemia ha soltanto rallentato il percorso comune ma, per fortuna, non ha fermato i singoli progetti che sono cresciuti e si sono fatti sempre più affascinanti e ambiziosi. Ora è tempo di mettere tutto a sistema e creare insieme qualcosa di unico e meraviglioso come le vigne urbane che custodiamo”.

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