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Su PDQ magazine l’intervista al presidente Mamone

La storia, la missione e le sfide future del sindacato datoriale Unsic attraverso le parole del presidente nazionale Domenico Mamone, in un’intervista rilasciata a PDQ Magazine, testata giornalistica online di attualità, cultura e approfondimento.

Intervista al Presidente Domenico Mamone: il percorso e la crescita di UNSIC

Il presidente di UNSIC racconta origini, missioni e sfide di un’organizzazione che oggi rappresenta migliaia di imprese in Italia e all’estero.

Fondata per dare maggiore e migliore rappresentanza al mondo delle imprese, l’Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori (UNSIC) è oggi presente in tutta Italia e con appendici internazionali. In questa intervista il Presidente Domenico Mamone racconta le sue origini, il percorso dell’associazione e le sfide future.

Presidente Mamone, può raccontarci le sue origini personali e professionali? E come è riuscito a dare vita a un’organizzazione come UNSIC?

Sono nato e cresciuto in un paese della Calabria, godendo di un ambiente familiare e sociale estremamente protettivo e prendendo coscienza dell’importanza del lavoro e dello studio quali fattori di crescita personale e professionale. Il trasferimento a Roma, mia città d’adozione, ha confermato tale consapevolezza e accresciuto la mia ambizione attraverso la frequentazione dell’università e la soddisfazione procurata dai primi lavori che mi hanno permesso di girare per anni l’Italia in lungo e in largo, acquisendo preziosa esperienza. L’UNSIC ha rappresentato innanzitutto la risposta ad una precisa esigenza emersa nel corso di tale impegno professionale: quella di dar vita ad un’organizzazione in grado di assicurare maggiore e migliore rappresentanza al mondo delle imprese, valorizzandone le istanze comuni. Sono partito con pochi altri visionari nel 2000 e, anno dopo anno, siamo cresciuti fino alla radicalizzazione nell’intero territorio nazionale con appendici internazionali”.

Quali sono le principali attività e missioni che UNSIC porta avanti oggi sul territorio nazionale?

Siamo innanzitutto un organismo di rappresentanza delle aziende e con gli anni abbiamo rafforzato il nostro ruolo promuovendo il lavoro, l’impresa, la responsabilità sociale nel mercato. Inoltre firmiamo contratti di categoria come sindacato datoriale di alta rappresentanza. Il riconoscimento da parte delle istituzioni, non ultimo il CNEL che ci ha incluso nel suo “parlamentino”, costituisce la conferma di un percorso di proficua crescita. Da non dimenticare l’offerta di un’ampia gamma di servizi di assistenza e consulenza tecnico-amministrativa, in linea con l’evoluzione dei tempi. Oltre alla sede nazionale a Roma, in zona Trastevere, 19 sedi regionali e 92 provinciali, abbiamo oltre 2.100 sedi di Caf-Centri di assistenza fiscale sul territorio nazionale, circa 600 sedi di Patronati (16 all’estero) e 112 sedi di Caa-Centri di assistenza agricola, con oltre 40mila imprese settoriali. L’offerta è integrata da innumerevoli servizi settoriali che vanno dalla formazione alla mediazione e da specifiche nostre organizzazioni che presidiano alcuni settori come quello della casa, del turismo, della moda, ecc.

Quali sono le principali sfide che oggi affrontano le imprese e i coltivatori italiani, secondo la sua esperienza?

Purtroppo le sfide sono innumerevoli e sempre più ardue, su tutte direi la burocrazia, che oltre a frenare l’ambizione a fare impresa determina afflizione in chi impresa la fa da sempre. Ma non possiamo certo dimenticare la competizione internazionale spesso fuori controllo, che richiederebbe una facilità di accesso al credito quasi mai garantita e soprattutto un freno all’invasione di merci da Paesi che praticano abitualmente una concorrenza sleale. Il taglio del cuneo fiscale è un’altra delle nostre storiche battaglie, che in parte ha dato risultati. Ai tavoli istituzionali a cui l’UNSIC partecipa costantemente, a tutti i livelli, facciamo sempre pesare la nostra corposa agenda di proposte.

In che modo UNSIC supporta concretamente i suoi associati nell’affrontare queste sfide?

Il radicamento nell’intero territorio nazionale ci garantisce ottima adattabilità alle singole situazioni locali e una buona dose di resilienza. Per cui già nei territori, nei tavoli istituzionali dai comuni alle regioni, i nostri rappresentanti locali difendono al meglio gli interessi delle nostre aziende, dal Friuli alla Sardegna. L’impegno non cambia con la crescita territoriale dei livelli: siamo costantemente presenti ai tavoli ministeriali e nelle audizioni in Camera e al Senato. Parallelamente l’ampia gamma di servizi per le imprese è studiata proprio per venire incontro alle esigenze del mondo produttivo.

L’UNSIC è anche impegnata sul fronte culturale e sociale. Ci può parlare di queste iniziative “extra” rispetto alla normale attività sindacale?

Abbiamo un Centro studi che produce documenti in particolare di natura economica, sindacale e normativa, costituendo un punto di riferimento soprattutto in ambito saggistico e di analisi sociale. Inoltre il nostro Ufficio comunicazione, oltre a realizzare da anni il nostro interessante mensile Infoimpresa che raggiunge tutti i nostri uffici, oltre a numerosi opinion leaders, edita i Quaderni Unsic su tematiche di grande interesse generale, che riscuotono grandi consensi tra un pubblico molto ampio. Un cenno anche ad Unipromos Ets, che promuove iniziative, progetti e corsi di formazione sui temi tipici del terzo settore quali la salvaguardia dei diritti civili, la lotta all’emarginazione, la trasmissione di principi di cittadinanza attiva e di democrazia.

Guardando al futuro, quali sono gli obiettivi e i progetti che vorrebbe realizzare nei prossimi anni con UNSIC?

Realizzare, nei prossimi 25 anni, una crescita equivalente a quella realizzata in questi primi 25 anni è indubbiamente un “realistico” sogno nel cassetto.

L’articolo è consultabile al link https://pdqmagazine.com/intervista-presidente-mamone-unsic/

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