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Candelo: lo splendore del medioevo

candeloIl Comune di Candelo si trova nella provincia di Biella e conta circa 8050 abitanti (Candelesi).

La Città di Candelo è la porta d’ingresso privilegiata per il Medioevo biellese e per il turismo sostenibile e d’eccellenza del territorio, grazie a patrimoni di indubitabile valore culturale e turistico: un Ricetto medievale, borgo fortificato unicum in Europa sorto per iniziativa popolare a cavallo tra XIII e XIV secolo, e la Baraggia, distesa pianeggiante, considerata una sorta di savana piemontese, dove sono possibili escusioni a piedi, in bicicletta, a cavallo…

 

 

STORIA

Antichissimo borgo rurale, in origine fu abitato dai Celti, poi da Liguri e Ittimuli.

L’Imperatore Ottone III, con suo diploma del 22 ottobre 988, confermava Candelo a Manfredo di Cavaglià, figlio di Ajmone conte di Vercelli. Pervenuto al conte Amedeo VI di Savoia nel 1374, il figlio Amedeo VII, lo infeudò al piacentino Gerardo Fontana (27 luglio 1387) .Nel 1489, gran parte di Candelo venne in possesso di Sebastiano Ferrero, generale delle Finanze di Lodovico il Moro; tutta la giurisdizione, nel volgere degli anni, cadde in sue mani, per passare poi per successione al ramo dei Ferrero Fieschi, Principi di Masserano.

Dal 1554 al 1558, Candelo fu ripetutamente occupato da truppe francesi. La peste fece più volte la sua comparsa in Candelo. L’esame dei registri parrocchiali ci dà queste paurose statistiche: 1630, su 63 decessi 26 di peste; 1631 su 111 morti 90 di peste.

L’arrivo di Napoleone lasciò una grande impronta a Candelo: fece erigere il palazzo Comunale (1809) e creare la piazza attuale. Inoltre fece redigere mappe catastali e diede il nome a varie vie.

Nei moti del 1821 furono coinvolti candelesi quali il capitano Pio Moglia, il capitano Viana Giuseppe, e il sottotenente Serra Luigi; anche nel 1848, al primo parlamento subalpino, ritroviamo un candelese, l’ing. Giuseppe Pozzo. Nello stesso anno Candelo ospitò le truppe piemontesi in rotta e dieci anni più tardi quelle degli austriaci. Accolse anche le truppe di Garibaldi.

Durante la I guerra mondiale pagò un tributo di sangue elevato, come testimonia il monumento eretto nei pressi delle scuole elementari. Numerosi candelesi poi combatterono per la libertà al tempo del Fascismo e pagarono con la loro vita.

 

 

LA CONTESA TRA LA COMUNITÀ DI CANDELO E SEBASTIANO FERRERO

Sebastiano Ferrero (1483 – 1519) fu al servizio sia del Duca di Savoia che del Re di Francia e si segnalò come valoroso soldato ed acuto finanziere. Dal padre aveva ereditato alcuni feudi, e ad essi egli stesso aggiunse molti territori nel Biellese ed altri in altre parti del Ducato sabaudo.

Particolarmente interessante è una lite sorta tra il Ferrero e la comunità di Candelo per il Ricetto per alcuni diritti di signoria da lui vantati: la comunità però era troppo gelosa dei suoi antichi privilegi, ottenuti con i sacrifici della sua gente, per cedere alle richieste. Nacque una vertenza con un arbitrato che terminò a favore dei candelesi.

 

 

IL RICETTO DI CANDELO

candelo1Il ricetto di Candelo è un elemento storico-urbanistico unico in quanto a stato di conservazione nel panorama storico-artistico piemontese ed europeo, ed è rappresentativo dei borghi medievali fortificati piemontesi (circa 200) di natura rurale e contadina.

Rappresenta un monumento medievale dal grandissimo valore storico-architettonico, culturale e turistico.

Struttura fortificata costruita tra il XIII e il XIV secolo per difendere i beni più preziosi della comunità candelese (prodotti della terra, vino e granaglie), in tempo di guerra o pericolo il borgo fortificato serviva infatti come rifugio temporaneo – receptum – per tutta la popolazione, mentre in tempo di pace veniva utilizzato come magazzino-deposito o come cantina per la produzione e conservazione del vino.

Il ricetto è a pianta pseudo-pentagonale e si sviluppa su 13.000 metri quadrati con un raggio di 110 metri in larghezza e 120 in lunghezza. Una “strada di lizza”, ora recuperata, corre lungo il perimetro delle mura per agevolare il compito dei difensori in alcuni tratti delle mura; lungo il lato nord, sono ancora visibili le mensole di pietra che sostenevano il “cammino di ronda”. Le strade interne, definite “rue”, sono lastricate con ciottoli di fiume in leggera pendenza in modo da favorire il deflusso di acqua mentre gli angoli del ricetto sono protetti da torri rotonde. All’interno si possono osservare le cellule destinate a magazzino e cantina per prodotti agricoli e vino.

All’interno del borgo vi è anche il Palazzo del Principe costruito da Sebastiano Ferrero nel 1400.

 

Il carattere rurale e l’utilizzo delle cellule del Ricetto come cantina comunitaria ha fatto sì che il borgo possa essere considerato, oltre che monumento storico medievale, anche una testimonianza della cultura e della civiltà della vitivinicoltura: per questo motivo, il Ricetto fa parte degli Ecomusei biellesi e ospita le cellule dell’Ecomuseo della vitivinicoltura.

 

 

Il sistema museale integrato

  1. a) dentro le mura: il Ricetto come porta del medioevo e della civiltà e cultura contadina con le sue cellule museali e gli itinerari tra le mura:

– Itinerario entro le mura : la via di lizza e la “torre osservatorio”, il cammino di ronda

– Cellula museale degli attrezzi della cantina

– Aula didattica con cartellonistica sulla vinificazione

– Cellula della civiltà della vitivinicoltura

– Archivio storico con mostra permanente

– Cellule museali su “Museo del paesaggio”: in ristrutturazione

– Centro di documentazione dei Ricetti in Piemonte. Banca-dati sui Ricetti del Piemonte

– Sala Cerimonie: mostre temporanee e visione filmato

All’interno del borgo, le cellule sono anche sede di artisti che vi hanno stabilito il loro atelier: pittura, strumenti musicali, artigianato del legno, della ceramica, del vetro, del ferro…

– All’interno del Ricetto presente una sede dell’Enoteca Regionale della Serra con le produzione vitivinicole di pregio del biellese e del Piemonte.

 

  1. b) itinerari fuori le mura

– itinerario verde : passeggiata di sud-est “all’ombra delle antiche torri” con punto panoramico, via Mulini, antica ghiacciaia, aula verde, area pic-nic, laghetto per la pesca sportiva di via Mulini;

– itinerario rosso (vino): vigneto-laboratorio con cartellonistica ed aula all’aperto,itinerario tra trattorie ed osterie, EcoVigneto. Da Candelo all’enoteca regionale della Serra (distretti del vino)

– itinerario azzurro della fede: da S. Maria Maggiore alle altre chiese , itinerario degli affreschi (“La preghiera dipinta”).

 

 

Candelo e il Ricetto: cultura, turismo e manifestazioni.

candelo2Numerosi marchi certificano la crescita del contesto e la qualità dell’offerta turistico-culturale di Candelo, a garanzia dell’eccellenza del patrimonio storico-turistico, oltre che della sostenibilità ambientale e turistica nella gestione dei patrimoni locali:

– Club dei Borghi più belli d’Italia certificato dall’ANCI;

– Bandiera Arancione del Touring Club Italiano;

– circuito turistico-culturale regionale Gemme del Piemonte dalla Regione Piemonte

– Borghi sostenibili del Piemonte

 

Il ricetto ha fatto da sfondo a numerose riprese televisive e cinematografiche, tra le quali si ricordano: La Freccia Nera (I e II versione), I Promessi Sposi, Sereno Variabile, Uno Mattina, Verde Mattina, La Domenica del villaggio, Virginia, ecc.…

Manifestazioni conosciute a livello nazionale, promosse ed organizzate dall’Associazione turistica Pro Loco di Candelo, sono Candelo in fiore (biennale- fine maggio), Sapor di Medioevo, Maggio Musicale e Vinincontro (settembre-ottobre) con mostre, concerti e decorazioni floreali in collaborazione con l’Associazione florovivaisti Biellesi. Altre manifestazioni sono la fiaccolata storica in occasione del Carnevale, i mercatini dell’artigianato e antiquariato…

L’accoglienza è gestita dall’Associazione turistica pro Loco con sede in piazza Castello che agisce come una sede staccata dell’ ATL per 365 giorni all’anno fornendo informazioni a turisti, studenti, scuole. E’ possibile effettuare visite guidate all’interno delle mura prenotandosi alla locale Pro Loco che gestisce e promuove il turismo locale fornendo anche consigli e suggerimenti per itinerari nei dintorni. ( tel. 015-2536728; fax 015-2538957)

 

 

 

La Baraggia – La Savana del Biellese

La baraggia rappresenta l’ultimo lembo di territorio incolto rimasto tra la pianura e i primi contrafforti pedemontani: per salvaguardare questo ambiente particolare, la regione Piemonte ha istituito la Riserva Naturale Orientata delle Baragge.

Questa zona, chiamata la Savana del Biellese, presenta particolarissime caratteristiche geologiche e botaniche. Il paesaggio è caratterizzato da praterie, dal brugo e da querce isolate. Si possono trovare il caprino bianco, il biancospino, la frangola e la sanguinella, la felce aquilina, mentre sull’altopiano sbocciano fiori alpini, dalle genziane all’arnica, al piccolo garzona rosso. E poi ancora botton d’oro, piccoli gigli bianchi e gialli, mughetti, gladioli, calthee. Nel basso Baraggione si può trovare l’Iris Siberica, una rarità iridacea dai fiori azzurro violacei.

La baraggia non è importante solo per la fruizione, ma anche per la conservazione della natura, poiché ospita specie animali rare che nel resto della Pianura Padana trovano ormai pochi altri rifugi naturali, scampati alla “bonifica agraria”. Troviamo specie rare tra i gli insetti e tra gli anfibi, sono presenti tassi, ricci, volpi e scoiattoli, ma la Classe sicuramente più rappresentativa è quella degli uccelli.

In totale sono state osservate sinora 170 specie di uccelli, con rarità come la cicogna nera, la gru, l’aquila minore e la Ghiandaia marina.

Questa ricchezza ornitologica dell’habitat baraggivo è da attribuire al modo composito in cui la vegetazione si presenta agli occhi dei volatili, consentendo l’alternarsi di microambienti e biotopi del tutto diversi.

La zona del Baraggione di Candelo è anche molto panoramica: è costituita da una balconata lunga parecchie centinaia di metri, cadente a strapiombo sulle rive del torrente Cervo. Numerosi sono i sentieri ombreggiati da querce secolari, tutti agevolmente percorribili a piedi.

Dall’Altopiano di Bellavista si domina quasi tutto l’arco alpino occidentale, dal Monviso, al Rosa, alle prealpi Orobiche del Bergamasco.

 

 

Prodotti tipici

Il salam ‘d l’ula è tra i più celebri insaccati della zona. Viene realizzato con carni magre di spalla, guanciale e punta di costina di maiale, macinate e impastate con aggiunta di sale ed aromi naturali. Le carni vengono poi insaccate in un budello di maiale, asciugato e affinato sotto grasso per almeno 3 mesi. La Paletta è ricavata da scapola di suino maturo sgrassato, salata e massaggiata secondo le antiche tradizioni biellesi. Si assapora cotta o cruda.

L’offerta enogastronomica è legata alle eccellenze anche con una varietà di origini: letterarie, toponomastiche, e quelle derivate da antiche ricette.

A Candelo molti produttori si sono indirizzati verso la valorizzazione del territorio richiamandosi alla memoria storica o a piatti segreti della tradizione come il “Crocante del Ciavarin”. Negli anni sono nate produzioni che si rifanno ai nomi di luoghi come “l’amaro Baraggia” o la grappa “Receptum”, il salam ‘d Candei” e tanti altri.

Infine, le Maccagnette alle erbe (Mortaràt) rappresentano una vasta famiglia di formaggi aromatici come cagliate stagionate sotto erbe albine o alla farina di mais e gheriglio di noci.

 

 

Informazioni

Il sito web ufficiale del Comune di Candelo www.comune.candelo.bi.it offre anche informazioni a cittadini e visitatori sul borgo storico e sulla Baraggia.

L’Ufficio di Accoglienza Turistica aperto tutti i giorni, in collaborazione con l’Associazione Pro Loco Candelo, accoglie i visitatori offrendo materiale multilingue sul borgo del Ricetto ma anche sul Biellese e a livello nazionale.

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