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Ape Social, maxi sconto per le mamme che vogliono andare in pensione

Chi ha tanti figli va in pensione prima. Stretta del governo, che conferma lo sconto per le mamme che ricorrendo l’Ape Social vogliono andare in pensione prima. Il governo accoglie quindi solo parzialmente la proposta dei sindacati di abbassare l’eta pensionistica alle donne. La proposta infatti riguarderà soltanto 4000 donne, ovvero le mamme, per un massimo di due anni di sconto. Uno sconto contributivo di sei mesi per ogni figlio.  Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha quindi specificato la proposta preparata dai consulenti di Palazzo Chigi.

Tutto nasce dalla constatazione che pochissime donne hanno chiesto l’Ape social, ovvero l’anticipo pensionistico di tre anni gratuito, riservato a chi ha iniziato a lavorare da giovane ed a specifiche categorie di lavoratori. “Sulla constatazione che c’è stato un numero significativamente più basso di domande da parte delle donne per l’Ape social in ragione della carriera contributiva rispetto agli uomini, lavoreremo alla possibilità di abbassare di massimo due anni i requisiti contributivi per le donne con figli”, ha affermato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti al termine dell’incontro con i sindacati.

Con 4 o più figli parte lo sconto massimo.  Da 30 anni di contributi, necessari per l’accesso all’Ape social si passerebbe a 29 anni con due figli e a 28 anni con quattro o più figli. Nei casi di lavori gravosi, si scenderebbe invece dagli attuali 36 a 34 anni di anzianità contributiva. Resta immutata l ‘età minima per accedere al contributo pensionistico, vale a dire 63 anni.

I sindacati chiedevano uno sconto di 12 mesi per ogni figlio, così da ridurre fino a 25 anni gli anni dovuti di contributi necessari per l’accesso all’Ape Sociale. Il  governo vuole bilanciare la disparità nelle domande per portale al 40% le richieste, in aumento dall’attuale 29%.

Sembra invece, che li governo ed i sindacati siano arrivati ad un accordo sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita. Dal 2019, infatti, si tornerà al sistema della legge del 2000. Praticamente sarà di nuovo attivo il meccanismo in base al quale la percentuale di aumento del costo della vita, calcolata dall’Istat, si applichi interamente per le pensioni di importo fino a tre volte la minima: fino a 1.500 euro circa. Per le fasce da tre a cinque volte il minimo l’incremento sarà pari al 90% della variazione; per le fasce superiori l’incremento sarà al 75%. Il Ministro Poletti specifica che sarà naturalmente insediata una commissione ad hoc in grado di definire un paniere specifico dei prezzi da considerare per la rivalutazione.

 

Christian Battistoni

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