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Aziende, la questione del gap generazionale

Una questione poco affrontata in azienda è quella relativa alla differenza generazionale dei dipendenti. A volte un direttore del personale si domanda: meglio assumere una persona matura, sinonimo di esperienza e di capacità di lavorare in team ma anche con maggiori problematiche nella sfera personale o è preferibile un giovane da formare, per quanto senza esperienza professionale?

Secondo alcuni esperti, l’arrivo attuale della cosiddetta “Generazione Z” nelle aziende, più che generare contrasti, potrebbe rappresentare un elemento di coesione tra i dipendenti.

Una recente ricerca effettuata dal colosso Ricoh evidenzia che il 71 per cento del campione d’indagine considera un plus il fatto di poter lavorare con persone di altre età. Inoltre, tutte le generazioni sono fiduciose nella propria capacità di utilizzare le nuove tecnologie e la maggior parte sostiene che l’innovazione renda più piacevole il lavoro.

Di fatto, i lavoratori sono alla costante ricerca della “corrispondenza perfetta” tra i propri valori e quelli dell’azienda. La scelta di una professione e le modalità di lavoro delle aziende costituiscono un fattore sempre più determinante nel definirci come “individui”, indipendentemente dall’età.

In linea generale – ed è ciò che conferma la ricerca – i dipendenti più giovani sono spesso descritti come idealisti che operano scelte sulla base dei propri valori. Ma lo stesso vale più o meno anche per le altre generazioni.

La ricerca Ricoh, in linea con un sondaggio interno effettuato dall’Unsic, conferma come la maggior parte dei dipendenti crede nei valori e nei principi della propria azienda. Ad esempio, la maggior parte dei dipendenti di tutte le generazioni concorda sul fatto che la sostenibilità debba costituire una priorità assoluta. Sulla base di tale opinione condivisa, sembra inevitabile che il modo di lavorare cambierà radicalmente nei prossimi anni.

Un altro fattore che emerge è la necessità di cavalcare l’onda del cambiamento nell’era digitale: i dipendenti delle aziende europee chiedono tecnologie innovative per lavorare in modo più smart.

Altro quesito centrale: come aumentare la produttività e rispondere alle esigenze dei dipendenti di diverse generazioni? La risposta a questa domanda si può trovare proprio nell’innovazione tecnologica. La maggior parte dei dipendenti europei, infatti, ritiene che le nuove tecnologie digitali permettano di risparmiare tempo e di lavorare meglio. I dipendenti sono ottimisti nei confronti della Digital Transformation, convinti che essa aumenti la produttività e l’efficienza. Indipendentemente dall’età, Ma poi, di fatto, nell’esperienza quotidiana è proprio così? L’Italia è davvero in linea con le nuove tecnologie?

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