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Sua maestà il peperoncino, “il Tabasco di Calabria”

In molti ne conoscono le proprietà afrodisiache, ma forse non tutti sono a conoscenza di quello che il peperoncino può fare per aiutare a combattere la cellulite, croce di ogni donna. Insomma, le proprietà di questo frutto piccante, appartenente al genere Capsicum (lo stesso dei peperoni dolci) della famiglia delle Solanacee, sono davvero infinite.

“La cellulite può essere ridotta nei suoi aspetti dismorfici sia dall’assunzione orale di peperoncino sia da quella topica sotto forma di maschera iperemizzante – dice Marcello Brunetti, direttore della Scuola di estetica e fisioterapia di Roma. “La maschera facciale non supera la temperatura di 37 gradi. Si rivela così ottima nel trattamento della pelle devitalizzata ed invecchiata precocemente”.

Esperimenti simili, che fanno emergere l’ulteriore virtù del peperoncino, sono stati fatti anche alle Terme di Agnano con i fanghi sulfurei ricchi di cloruro, carbonato di sodio e potassio.

“Abbiamo iniziato a fare maschere di bellezza con il nostro fango arricchito di polvere di peperoncino – racconta il dottor Antonio Di Fraia, già direttore sanitario delle terme. “Bisogna dire che questo singolare ingrediente potenzia l’azione di ringiovanimento del fango termale”.

A “Il BonTà”, il Salone delle eccellenze enogastronomiche dei territori (a FiereCremona dal 9 al 12 novembre), uno dei grandi protagonisti sarà proprio il peperoncino, grazie all’Accademia italiana del peperoncino. Il Salone, arrivato alla 16° edizione, conta 2.000 prodotti artigianali dei territori e l’anno scorso è stato capace di attrarre più di 30 mila visitatori. Quest’anno lo spazio espositivo si è allargato del 20 per cento, dando spazio a prodotti che provengono da sedici regioni diverse. Dal 9 al 12 novembre, nei padiglioni di Cremona Fiere, si potrà ammirare la mostra “Peperoncini dal mondo” con 50 varietà provenienti da ogni continente e si potrà chiedere ogni informazione su questo particolare elemento a Enzo Monaco, presidente dell’Accademia e della Word Chilli Alliance, l’Associazione internazionale che promuove in tutto il mondo la cultura piccante.

Un’altra proprietà che forse non tutti conoscono è che il peperoncino può aiutare a combattere raffreddore e influenza. In 100 grammi di peperoncini piccanti ci sono infatti 229 milligrammi di vitamina C, contro i 50 milligrammi presenti nell’arancia o nel limone. E’ la massima concentrazione presente in natura. Il peperoncino si può assumere con tranquillità senza paura di eccessi. E’ solubile in acqua e non viene accumulato nell’organismo. La sua azione è rafforzata dalla presenza di naicina (vitamina PP) che mantiene elastici i capillari e di vitamina E che accresce la capacità di ossigenazione del sangue. Sensibile anche la presenza di vitamina A: in 100 grammi di peperoncini ci sono 824 milligrammi di questa vitamina. Basti pensare che ce ne sono 123 milligrammi nei broccoli e 485 negli spinaci. A parità di quantità solo il prezzemolo batte il peperoncino con 943 milligrammi di vitamina Alta anche la vitamina B12. In 100 grammi ce ne sono 3 milligrammi contro gli 1,8 dei broccoli, lo 0,4 degli spinaci e lo 0,6 del prezzemolo. E’ però fondamentale consumare i peperoncini freschi. In quelli essiccati queste sostanze si riducono infatti del 50% per cento.

Del resto le proprietà del peperoncino piccante sono note da tempi antichissimi. Grazie ai reperti archeologici, sappiamo che già nel 5.500 a.C. era conosciuto in Messico come pianta coltivata. Era, inoltre, la sola spezia usata dagli indiani del Cile e del Messico. In Europa il peperoncino è arrivato con Cristoforo Colombo che l’ha portato dalle Americhe col suo secondo viaggio, nel 1493.

Il frutto è stato così chiamato per la somiglianza nel gusto con il pepe. Il nome con il quale era chiamato in tutto il nuovo mondo era “chili” e così è rimasto.

Al Salone “Il BonTà” di Cremona sarà possibile assaggiare delle vere e proprie chicche a base di peperoncino. Alle 13 di domenica, nella sala Artusi, l’azienda Suriano di Amantea, in provincia di Cosenza, presenterà “Amante-o” il neonato “Tabasco di Calabria”, la prima salsa di peperoncino fermentato fatta di soli peperoncini calabresi. Un’esplosione di profumi eccitanti per personalizzare ricette golose e cocktail stimolanti. Un’accurata scelta di blend di peperoncini, elaborati in un processo lungo più di un anno, ha portato ad un prodotto per cui è stato scelto un nome volto evocativo: “Amante-o” per evocare il radicamento col territorio dove nasce, Amantea, in una Calabria esaltante con i suoi profumi e i suoi sapori. La specialità, presentata da Enzo Monaco e Giancarlo Suriano, sarà degustata col cocktail “Il viaggio” che nel mese scorso ha vinto il primo premio a Roma nel concorso “Simposio-Trionfo del gusto”. A seguire la degustazione di un’altra delizia e altra assoluta novità: il caffè al peperoncino offerto dall’azienda Arnone di Cosenza, già conosciuto in tutt’Italia per i suoi straordinari caffè aromatizzati all’anice e alla liquirizia.  Infine l’Azienda Colavolpe di Belmonte (Cosenza), leader in Italia per le specialità con i fichi, presenterà le sue nuove “infuocate”, soprattutto la “Stromboli”: una pralina di cioccolato fondente con un’anima di peperoncino.

Le specie più comuni di peperoncino sono:

• Capsicum annuum, che comprende molte delle varietà comuni, incluso il peperoncino comune in Italia, il peperoncino di Cayenna e il messicano jalapeño

• Capsicum frutescens, che include tra gli altri il tabasco

• Capsicum chinense, che include l’habanero, Guinness dei primati come il peperoncino più piccante del mondo

• Capsicum pubescens, che comprende il sudamericano rocoto

• Capsicum baccatum, che include il cosiddetto cappello del vescovo

La sostanza principale artefice della piccantezza del peperoncino è l’alcaloide capsaicina (8-metil-N-vanillil-6-nonenamide o C18H27NO3), insieme ad altre quattro sostanze correlate, chiamate collettivamente capsaicinoidi. Ogni capsacinoide ha un effetto diverso nella bocca e una variazione nelle proporzioni di queste sostanze determina le diverse sensazioni prodotte dalle diverse varietà, oltre al loro contenuto.

Ode al diavolicchio

Ospite che a noi vieni, intelligente,

ed hai papilla tremula, sapiente,

questa che noi t’offriamo è la tepente

anco preziosa

salsedine del mare che si sposa all’aroma di terra generosa

e a quel che l’arca serba a noi prezioso pane croccante.

Nel glauco mare che già amaro in sante

Rampogne il Vate disse, nel sonante

Mare che specchia Febo italo amante

Divino ardente,

di tra i flutti prendemmo la silente figliolanza del cefalo lucente,

il turgido merlango paziente,

il gran testa,

l’orata a rombo, tutta d’or contesta,

il salifero scorfano, la mesta murena grassa dalla strana vesta

a maglie nere

degli scogli dell’Adria; dai fiorenti orti cogliemmo il timo,

i rossardenti diavoletti folli e le virenti erbette fini.

Il fuoco lento infine alle terrine porose demmo,

e il canto alle marine spiagge che vider navi anche col rostro,

nessun brodetto mai eguaglia il nostro!

(Gabriele D’Annunzio)

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