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Fase 2, piano Colao: riapertura con obbligo assoluto di distanza e mascherine

Fase 2

Scatta il 4 maggio il via libera alla cosiddetta “Fase 2”. Dopo attenta analisi e duro confronto, il premier Giuseppe Conte insieme ai commissari Borrelli e Arcuri hanno visionato il piano operativo messo a punto da Vittorio Colao e la sua task force, che andrebbe a coinvolgere circa 2,8 milioni di persone, escludendone una fetta che continuerebbe a ricorrere allo smart working.

Nella relazione presentata c’è il via libera alla riapertura dei negozi ma con attenzione a “possibili aggregazioni”, ok anche all’apertura di bar e ristoranti, anche se con la metà dei clienti e agli allenamenti singoli. Tutta l’analisi ruota su un assioma: si deve vietare e prevenire ad ogni costo qualunque tipo di attività che possa causare aggregazione. Restano quindi chiusi circoli ricreativi, teatri, cinema, discoteche e tutte le attività culturali e di svago.

Ma un punto causa malumori tra il capo del governo e la sua squadra di tecnici: le limitazioni ai sessantenni: per la “fase due” Vittorio Colao e i suoi vorrebbero esonerare dal rientro al lavoro i lavoratori sessantenni appartenenti ai comparti che dovrebbero riaprire dal 4 maggio, ma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha escluso questa ipotesi. Ecco alcuni dei punti della relazione presentata

MASCHERINE E CAUTELA

Visto da dove siamo partiti, cioè da un livello di contagio molto alto apri a 3, occorre prestare massima attenzione per non vanificare l’attuale stato che oscilla tra lo 0,5 e lo 0,7. Per questo viene evidenziata l’assoluta necessita dell’utilizzo di protezioni, come le mascherine: anche se c’è resistono dubbi sulla loro efficacia, rimane la certezza che una larga diffusione possa ridurre il rischio trasmissione del virus, “soprattutto quando non è possibile mantenere il distanziamento sociale che rimane la misura più adatta per raggiungere lo scopo”. Da qui la consapevolezza che in caso di vincolo legato alle mascherine, lo Stato si deve impegnare a sorvegliare i prezzi.

DISTANZE NEI LUOGHI DI LAVORO

Nelle imprese, specialmente del settore manifatturiero e quello tessile, che riapriranno il 4 maggio sono necessarie dovute distanze tra le postazioni in uffico e bisognerà misurarsi la febbre all’ingresso. Per i negozi invece la situazione è un po’ più complessa: oltre la questione delle distanze, c’è il problema per quelli di abbigliamento di sanificazione gli abiti, che impone nuovi macchinari. Rimangono chiusi i centri commerciali e i mercati rionali.

SPOSTAMENTI SONO IN REGIONE

Ok a spostamenti tra comuni ma non ci si potrà muore ancora al di fuori della propria regione e si dovrà avere ancora dietro l’autocertificazione.

PASSEGGIATE E SPORT ALL’APERTO

Possivilità di passeggiate un po’ più “ampie” rispetto al perimetro della propria abitazione e sarà possibile tornare ad allenarsi individualmente. Quindi ok jogging, bici e anche sport all’aperto. La distanza sale però ad almeno due metri. I professionisti potranno tornare nei centri, ma sempre lavorando da soli oppure con un preparatore ma a rispettando il distanziamento.

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