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Sicilia, Stazione granicoltura: ricerca e produzione per i climi aridi

È poco conosciuta ma ha quasi cento anni di storia alle spalle. La Stazione consorziale sperimentale di granicoltura per la Sicilia (Ssgc), quasi sconosciuta a un pubblico non specializzato, grazie ai risultati raggiunti nel comparto cerealicolo è divenuta un pilastro della ricerca agricola nazionale.

Situata a Santo Pietro, una frazione del Comune di Caltagirone, in provincia di Catania, la Stazione dispone di laboratori all’avanguardia e campi sperimentali, dove opera personale tecnico e scientifico qualificato. Il suo scopo primario è di contribuire al miglioramento genetico del grano duro, delle leguminose da foraggio, da granella e di altre colture erbacee.

La storia della Stazione consorziale sperimentale di granicoltura per la Sicilia inizia ufficialmente con la sua istituzione tramite regio decreto nell’agosto 1927. L’istituto nasce come consorzio tra diversi enti, tra cui lo Stato, il Banco di Sicilia, le Province e le Camere di commercio siciliane, il Comune di Caltagirone e l’Istituto agrario siciliano Valdisavoia.

Dopo una sede provvisoria a Palermo, la Stazione si sposta a Catania nel 1931. Ugo De Cillis, nominato direttore straordinario nel 1929, ha diretto la Stazione per quasi vent’anni, fino al 1948. Dopo un periodo di forte crisi economica e funzionale, l’esistenza stessa della struttura viene messa in dubbio. La svolta arriva nel 1974, quando, con la legge regionale n. 33, la Regione Sicilia subentra allo Stato come membro del Consorzio. Questo intervento non solo ha garantito la sopravvivenza dell’Ente ma ne ha sostenuto il rilancio, trasferendo la sede a Caltagirone. La Stazione consorziale è tuttora mantenuta economicamente in parte dalla Regione Sicilia e in parte dagli enti consorziati, oltre a disporre di proprie fonti di finanziamento derivanti da contributi di programmi di ricerca (nazionali ed esteri) e dalle royalties ottenute dalle varietà di specie agrarie costituite dall’ente stesso.

Oggi il lavoro della Stazione si concentra sulla ricerca per affrontare i complessi problemi della tecnica agraria specifici del clima caldo-arido, con l’obiettivo di migliorare l’intera produzione agricola, in particolar modo quella cerealicola.

Questo compito istituzionale viene svolto attraverso un’intensa attività di sperimentazione ed analisi, sia di base che applicata. Le attività della Ssgc spaziano dal miglioramento genetico del frumento duro, delle leguminose da foraggio, da granella e di altre colture erbacee, alla messa a punto di tecniche agronomiche sostenibili, alla conservazione e diffusione del germoplasma siciliano di frumento e leguminose, alla formazione e divulgazione dei risultati della ricerca.

La Stazione ha una ricca storia di costituzione di varietà che hanno segnato l’agricoltura siciliana e non solo. Tra i contributi più significativi nel frumento si annoverano le selezioni intra-popolazione degli anni ’30 come Russello SG7 e Timilia SG1 e SG2. Negli anni ’60 furono rilasciate varietà importanti come Casale 92, Vera 63, Patrizio 6 e Capeiti 8. La ricerca ha continuato a produrre risultati di rilievo anche negli anni ’80 con varietà di frumento come Simeto, Alcantara e Platani. Oltre al grano duro, la Stazione ha sviluppato varietà di altre specie, tra cui il cece (Sultano, Calia, Principe e Califfo—in collaborazione con Enea) negli anni ’80, e varietà di lenticchia come Mirta negli anni 2000.

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