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Agroalimentare, export più 8,2 per cento nel II trimestre 2024

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Nel secondo trimestre 2024 la performance economica ha registrato un leggero miglioramento, segnando un aumento del Pil a livello congiunturale (+0,2%) e tendenziale (+0,9%), cui però corrisponde una flessione del valore aggiunto in agricoltura di -1,7% (rispetto al I trimestre 2024) e -0,2% (rispetto al secondo trimestre 2023).

Stazionari i consumi finali nazionali, con una lieve crescita della spesa delle famiglie per beni durevoli (+0,5%), mentre gli investimenti fissi lordi hanno segnato un +0,3%. È quanto emerge dalla fotografia scattata da Creagritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal Crea e dal Centro di ricerca politiche e bioeconomia.

Rispetto allo stesso periodo del 2023, fra aprile e giugno 2024, l’indice della produzione è cresciuto per l’industria alimentare (+2,8%) raggiungendo il picco a giugno (+3,6%), mentre è diminuito per l’industria delle bevande (-2,3%). Risultati positivi anche per l’indice del fatturato sul mercato estero, che è aumentato sia per l’industria alimentare (+7%) sia per quella delle bevande (+4%). Al contrario, sul fronte interno, l’industria alimentare ha subito una flessione del 3%, mentre è rimasta stazionaria quella delle bevande.

Nel secondo trimestre 2024, le esportazioni agroalimentari hanno superato i 16,8 miliardi di euro (+8,2% circa rispetto al secondo trimestre 2023), verso tutti i principali mercati esteri (in particolare la Stati Uniti (+16,3%) e Polonia (+21,2%). In aumento anche le importazioni, che hanno raggiunto quota 17,1 miliardi (+4,1%). In questo caso, però, gli andamenti sono più differenziati, con risultati in crescita verso Spagna (+16%), Ungheria (+12,2%) e Germania (+6,1%), mentre Brasile e Grecia hanno registrato rispettivamente un -3,4% e -20,7%.

I prodotti maggiormente esportati sono stati i derivati dei cereali (+10% in valore e quantità) e il vino (+2,9% in valore e +2,4% in quantità). Sul fronte delle importazioni, invece, i maggiori aumenti in valore sono stati quelli di “oli e grassi” (+11,6% rispetto allo stesso trimestre 202) e del caffè greggio, contro carni fresche e congelate che invece si sono ridotte del 3%.

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