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Ciro, dati e buone pratiche ambientali delle Regioni italiane

agenda 2030

“Per accelerare l’impegno per il clima in Italia è indispensabile coinvolgere, di più e meglio, anche le Regioni”. Così il presidente della Fondazione sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, durante la presentazione di Ciro (Climate indicators for italian regions), il primo database che raccoglie dati e buone pratiche ambientali delle Regioni italiane.

La nuova piattaforma sviluppata da Italy for climate, centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con Ispra, analizza 26 indicatori in otto aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, trasporti, edifici, industria, agricoltura e vulnerabilità.

Lo scopo del database è fornire un quadro completo e aggiornato sulla situazione delle Regioni italiane in merito agli obiettivi climatici, così da guidare le amministrazioni e permettere loro di agire in maniera puntuale e strategica.

“Per poter avere la possibilità di contenere l’aumento delle temperature fra 1,5 e 2°C, evitando una precipitazione catastrofica della crisi climatica, occorre accelerare l’impegno per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, secondo le convergenti indicazioni delle istituzioni scientifiche e di quelle internazionali”, ha spiegato il presidente Edo Ronchi.

“L’Europa che, con le misure in atto, non sarebbe in traiettoria con questo target, sta promuovendo un pacchetto impegnativo di misure (Fit for 55) per mettersi al passo. Anche l’Italia è in ritardo: nei settori non Ets (trasporti, edifici, agricoltura, rifiuti, piccole imprese) dal 2015 al 2022 ha ridotto le emissioni solo del 4 per cento: di questo passo arriverebbe al proprio target europeo del 43,7 per cento non al 2030, ma al 2050, con 20 anni di ritardo”, ha chiosato.

Allo stesso tempo, “non è possibile guidare un territorio sulla strada della transizione energetica senza avere un quadro chiaro e aggiornato dei principali indicatori in gioco”, ha sottolineato Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for climate.

Proprio da questi presupposti è nato Ciro, che attraverso i 26 indicatori, permette di individuare punti di forza e debolezza delle varie Regioni, distinguendole in sopra e sotto la media nazionale per ciascuna delle otto aree tematiche.

Oltre a consentire il confronto con la media nazionale e con le altre Regioni, la piattaforma fornisce una breve sintesi della situazione per ciascuna area. Per cui cliccando sul Lazio troviamo che con 5,11 tonnellate di gas serra pro capite, si posiziona in seconda posizione come miglior performance in Italia in termini di emissioni, mentre gli assorbimenti naturali in relazione alla superficie sono ben al di sotto della media.

Proseguendo con l’energia, ha uno tra i più bassi consumi di energia finale pro capite, ma un cattivo mix energetico a favore di carbone e gas. Allo stesso modo nonostante un buon numero di nuovi impianti rinnovabili e Comunità energetiche, la loro quota sui consumi totali di energia è tra le più basse d’Italia.

Ottima performance dal lato dei trasporti. Nel 2022, infatti, il Lazio ha registrato 2022 il più alto tasso di immatricolazione di auto elettriche (pari a 4,51 per cento) e il più alto numero di passeggeri su Trasporto pubblico locale (tpl) in rapporto alla popolazione (dopo la Liguria). Inoltre, emissioni pro capite dei trasporti e il numero di automobili sono inferiori alla media nazionale.

Continuando l’analisi delle altre aree tematiche i consumi medi degli edifici, così come emissioni pro-capite e consumi elettrici sono positivi, ma la quota di edifici in classe A è tra i più bassi del Paese. Per quanto concerne l’industria, in rapporto al valore aggiunto, sia per le emissioni che per i consumi di energia, il dato è positivo, mentre la quota di consumi elettrici (34 per cento) è inferiore alla media nazionale (42 per cento).

Performance generalmente positiva anche per l’agricoltura, con emissioni agricole pro capite particolarmente basse e un basso numero di capi bovini allevati. Con il 25,6 per cento, il Lazio ha tra le più alte quote di agricoltura biologica, mentre l’uso dei fertilizzanti è in linea con la media.

Infine, per quanto concerne la vulnerabilità del territorio, nonostante la quota di popolazione esposta a rischio alluvione sia piuttosto bassa, nel 2022 la Regione ha registrato un elevato numero di eventi estremi. Inoltre possiede uno tra i più alti tassi di consumi di suolo, nonché di perdita della rete idrica.

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