Piante medicinali, aromatiche e da profumo. Sono le piante officinali, specie vegetali, spontanee e coltivate, utilizzate per diversi scopi: medicinali, fitoterapici, erboristici, liquoristici, aromatizzanti, igienici, profumieri, cosmetici. La coltivazione delle officinali è un fenomeno in espansione e in Emilia Romagna non solo cresce, ma addirittura raddoppia. In otto anni gli ettari dedicati sono aumentati del +82%, passando dai 236 del 2016 ai 480 dello scorso anno. L’incremento è ancora più impetuoso sul fronte delle aziende nello stesso periodo, salite da 306 alle 644 con una crescita del +110%. Rimane una criticità, dal momento che il 91% delle aziende agricole presenta un’estensione tra 1 e 2 ettari. Si tratta quindi di aziende di piccole dimensioni.
A fare il punto e tracciare una panoramica del settore ci ha pensato l’incontro “Officinali: l’Emilia Romagna non aspetta” promosso da Macfrut insieme all’Università di Bologna (Dipartimento Scienze e Tecnologie alimentare – Distal). Evento di avvicinamento a Spices & Herbs Global Expo, l’unico salone in Europa dedicato a spezie e officinali in programma nella prossima edizione di Macfrut (Rimini, 8-10 maggio 2024). La giornata ha messo a confronto produttori, operatori del settore, università e istituzioni alla presenza di oltre un’ottantina di partecipanti.
Moderato da Demetrio Benelli direttore di Erboristeria Domani, l’incontro è stato aperto da Rosalba Lanciotti direttrice del Distal che ha evidenziato la “collaborazione sempre più stretta tra il nostro Dipartimento e Macfrut, quest’anno estesa anche al nuovo Salone Healthy Food Innovation Hub che valorizza le materie prime del fresco funzionali alla salute del consumatore”.
Il presidente di Macfrut, Renzo Piraccini, ha sottolineato le peculiarità del Salone dedicato a spezie ed erbe officinali: “Siamo partiti tre anni fa con una scommessa che stiamo vincendo. Non abbiamo fatto il mercatino delle erbe ma un evento professionale di filiera che oggi conta il 40% degli espositori dall’estero. È l’unico punto di incontro a livello europeo per gli operatori e la sua costante crescita ci dice che siamo sulla strada giusta”.
Luca Rizzi della Regione Emilia-Romagna ha fotografato il settore a livello regionale. Secondo i dati forniti la tipologia di prodotto prevalente è la lavanda (26%), seguita dalle officinali di diversa tipologia (14%), le piante aromatiche e medicinali (13%), melissa (10%), passiflora annuale (9%) e aneto (7%). La provincia con la maggiore estensione è Bologna che detiene il 40% delle superfici regionali per lo più dislocate nelle zone collinari, seguita da Forlì-Cesena (18%) con una buona distribuzione tra pianura e collina, e Piacenza (15%). “Quello che caratterizza il settore sono le dimensioni produttive molto contenute la cui superficie media per questo tipo di colture è di circa 0,7 ettari per azienda – ha sottolineato Rizzi, indicando una via per superare questa situazione. “La presenza di produttori riuniti in strutture consentirebbe tutt’altra forza contrattuale, permettendo di conferire e offrire il prodotto nelle quantità e nella qualità richieste dal mercato. Quindi è essenziale la creazione di consorzi o cooperative che possono coltivare piante officinali da affiancare ad altre colture tradizionali costituendo un elemento importante nella realizzazione della filiera”.
Ilaria Marotti, docente Distal, ha evidenziato i due principali modelli di impresa agricola del settore: quello agroindustriale, che coltiva le materie prime, fa una produzione standardizzata, si rivolge al mercato internazionale e alla vendita all’ingrosso; quello di filiera corta con prodotto finito che valorizza le proprietà salutistiche. La docente ha anche illustrato il progetto di ricerca sull’ortica che ha trovato sperimentazione in tre campi prova a Tresigallo, Lizzano di Belvedere e Ozzano Emilia, con test panel sui prodotti.
Giovanni Dinelli, anch’egli docente Distal, ha tracciato un quadro del mercato globale delle officinali il cui valore è 200 miliardi di dollari (166 miliardi nel 2021), il 45% dei quali in Europa. Nel contesto mondiale l’Italia pesa dello 0,2% con un valore che si aggira sui 235 milioni di euro. “Da noi è un mercato in continua crescita, fondamentale è fare un censimento del settore dal momento che l’ultimo risale al 2013”.
Stefania Benvenuti, docente dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha parlato degli aspetti legati alla qualità e alla creazione di valore aggiunto nel prodotto officinale.
A seguire la tavola rotonda con diverse esperienze imprenditoriali e di ricerca in Emilia Romagna: Elisa Cappi, ha presentato il percorso didattico di filiera sulle officinali dell’Istituto Tecnico Spallanzani di Monteombraro di Zocca (Mo); il produttore Daniele Merlini, dell’azienda agricola di 5 ettari Le Fontanine, ha sottolineato l’importanza delle dimensioni nel settore delle officinali; il punto di vista di un grossista è stato illustrato da Alberto Breseghello, titolare della Patrizio Breseghello di Casola Valsenio, azienda che ha subito i contraccolpi dell’alluvione; Ferruccio Poli, docente del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, ha evidenziato l’importanza delle competenza nella riconoscibilità delle piante medicinali; Maura Di Vito ha illustrato il percorso di ricerca dell’Università Sacro Cuore di Roma.
Andrea Primavera, presidente di Fippo (Federazione italiana dei produttori di piante officinali), ha tirato le conclusioni della giornata invitando alla terza edizione di Spices & Herbs Global Expo che ospiterà l’undicesima edizione del Forum Fippo con esperienze di settore da tutto il mondo.
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