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Rifiuti in spiaggia: sono 705 ogni 100 metri

Una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia e la plastica resta il materiale più diffuso sui litorali italiani. A lanciare l’allarme è Legambiente nella sua indagine Beach litter che ha monitorato 33 spiagge di 12 regioni della Penisola per un totale di 179mila metri quadri.

Il marine litter, ossia i rifiuti dispersi in mare o lungo le coste, resta una delle grandi minacce ambientali da affrontare a livello globale. Sono causa di inquinamento che arreca gravi danni agli ecosistemi oceanici, impattando sia sulla fauna selvatica che sugli esseri umani (microplastiche negli alimenti).

Sono stati raccolti e catalogati 23.259 rifiuti con una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Il 40,2% di questi è rappresentato da cinque tipologie di oggetti (mozziconi, pezzi di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione e stoviglie usa e getta in plastica).

Ai primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti figurano in testa i mozziconi di sigaretta, 3.338 quelli raccolti (14,4% rispetto al totale), per una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia. A seguire 2.195 (9,4%) oggetti e frammenti di plastica di grandezza tra i 2,5 e i 50 cm, 1.566 (6,7%) di tappi e coperchi. Al quarto posto i materiali da costruzione con il 5,5% e al quinto le stoviglie usa e getta in plastica (4,2%).

Il podio dei materiali più diffusi sulle spiagge monitorate resta sempre la plastica con il 79,7% degli oggetti rinvenuti. Segue il vetro/ceramica con il 6,6%, il metallo presente per il 4,5% e carta/cartone con il 2,9%.  

Preoccupa il dato specifico sui prodotti in plastica monouso banditi dalla direttiva europea Single Use Plastics (SUP), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022, e che insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024, con un andamento dal 2014 ad oggi che non sembra mostrare segni di riduzione importanti, rappresentando mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati, secondo i dati raccolti dai volontari di Legambiente.

Per la prima volta è stato anche utilizzato il Clean Coast Index (CCI), un indicatore utile per determinare il “grado di pulizia” delle spiagge in modo immediato e oggettivo, basato sulla densità dei rifiuti presenti nelle aree campione monitorate e utilizzato a livello internazionale. Delle 33 spiagge monitorate, il 6,6% è risultata avere un CCI corrispondente a un giudizio “spiaggia sporca” o “molto sporca”. Un dato positivo rispetto al passato, segno che le campagne di sensibilizzazione avviate in questi anni stanno dando i primi risultati. Alla diminuzione percentuale delle spiagge classificate come “sporche” o “molto sporche”, è corrisposto un aumento significativo nel 2024, rispetto alla media di periodo, per le spiagge giudicate come “molto pulite” o “abbastanza pulite”; in linea con i valori medi attesi le spiagge giudicate come “pulite”. 

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