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Al servizio delle imprese e del lavoro, in cerca della stabilità perduta

1La nostra Unione ha ampliato in questi mesi la sua presenza nell’ambito dei contratti nazionali. Un importante contratto è stato sottoscritto nell’ambito dell’autotrasporto, con tutte le attività connesse, il complesso mondo della logistica, dal magazzino alla spedizione. Un altro contratto nazionale, recentissimo, riguarda il commercio, con grande attenzione alla complessa e variegata realtà della piccola distribuzione, ma offrendo un modello utile anche ai supermercati, ipermercati e discount.  Per noi, un altro traguardo, per offrire ai propri associati un quadro di riferimento valido, aperto ad accordi territoriali flessibili e utili, e con una particolare attenzione alla legalità e alla lotta al lavoro sommerso, ma anche all’agilità applicativa e a quelle forme operative tanto necessarie nel mondo delle piccole imprese. La sottoscrizione di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro rappresenta motivo di orgoglio, e assieme di grande responsabilità. E’ un grande impegno, che noi basiamo sulla filosofia della reciprocità delle prestazioni e sulla qualità e produttività del lavoro. Pensiamo jnsomma al “lavoro buono”: non abbiamo mai creduto alla svalutazione competitiva, che risolve la crisi con la semplice riduzione degli impegni e delle garanzie, alla ricerca di una semplificazione che mette a rischio sicurezza e qualità. Crediamo invece che la necessaria flessibilizzazione e l’adattamento a condizioni di mercato e di produzione sempre più impegnative, che raccolgono la sfida della competizione globale, si possa ottenere calandosi sempre più vicino alla realtà dell’azienda, al suo territorio. I princìpi quali la legalità, l’agilità applicativa e il bilanciamento degli interessi dell’imprenditore e del lavoratore devono trovare una sintesi e un compromesso alto, non al ribasso. Per questo, i nostri contratti esaltano i cosiddetti accordi di secondo livello, quelli cioè più vicini alle imprese. Di contro alla crisi produttiva e alla piaga del  lavoro sommerso, abbiamo pensato a creare una cornice trasparente per una percentuale di lavoro a collaborazione. Il giudizio generale deriverà quindi da un bilancio tra i livelli retributivi fissati dai contratti, i servizi garantiti dagli enti bilaterali, le indennità e le soluzioni individuate nel secondo livello. Diamo anche grande importanza alla partecipazione al nostro quadro contrattuale delle imprese cooperative: che sempre di più hanno bisogno degli stessi servizi e delle stesse regole delle altre aziende. E diamo importanza alle piccole imprese e alle microimprese: per noi, ogni realtà imprenditoriale ha la stessa dignità. Pensiamo che non solo i numeri del fatturato, ma anche i numeri delle tante realtà associate facciano una forza. E quindi il nostro impegno, nei tre anni di validità di questo nuovo quadro contrattuale, sarà di garantire alle imprese un’assistenza continua: il contratto non è un pezzo di carta, ma uno strumento che va continuamente regolato e mantenuto efficiente, con il supporto tecnico e le competenze necessarie. Il nostro sforzo per la contrattazione nazionale, da un altro punto di vista, non è soltanto un compito istituzionale per noi dovuto e necessario: è anche parte di una visione generale. In questo senso, garantire regole condivise, semplici ed efficaci nella contrattazione è anche parte di uno sforzo più ampio per partecipare alla ripresa del sistema-Italia: una ripresa che deve partire da alcuni dati indispensabili, tra cui stabilità e chiarezza nelle relazioni industriali, ma poi, fatte le regole, conta come si gioca: rilanciare la produzione e almeno altrettanto i consumi, allargare il numero degli occupati e delle occupate, coinvolgere i giovani, dare sicurezze per dare serenità. Abbiamo con ottimismo registrato i segnali di ripresa economica dell’Italia: ma ancora non siamo fuori della tempesta, la crisi di molte piccole banche è ogni giorno ragione di pettegolezzi, sussurri e grida, e le tensioni tra Roma e Bruxelles di cui giunge notizia in questi giorni preoccupano tutti coloro che chiedono stabilità e non possono lavorare bene e fare impresa in un clima di continui allarmi.

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