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ANTONIO FRONZUTI, PRESIDENTE UNSICOOP, SUL “DDL POVERTA’”

A partire dal 02 settembre 2016 molti cittadini in condizioni di disagio economico potranno accedere alle misure introdotte con l’approvazione del Ddl Povertà. Tra queste vi è il SIA (Sostegno per l’inclusione attiva). Abbiamo chiesto ad Antonio Fronzuti, presidente di Unsicoop ed esperto di cooperazione agricola e sociale il suo parere sul tema.

Si parla di reddito di inclusione, quale è il suo punto di vista su questo tipo di misure ?
Non credo molto nella validità e nell’efficacia di queste misure. La storia del nostro Paese ci insegna che l’assistenzialismo senza un serio e valido programma di sviluppo economico non produce buoni frutti.

Il contrasto alla povertà deve essere uno dei temi principali dell’agenda politica. Quali altri misure potrebbero essere introdotte al fine di garantire una maggiore coesione sociale?
Ritengo che il contrasto alla povertà non si faccia solo con misure contingenti ma soprattutto con riforme strutturali che diano un serio impulso alla ripresa economica. Senza crescita economica non si combatte seriamente la povertà.

Il nuovo disposto normativo si rivolge a alle famiglie in condizioni economiche disagiate, nelle quali siano presenti minorenni, figli disabili o donne in stato di gravidanza accertata. Quali altri soggetti potrebbero essere inclusi tra i possibili beneficiari?
Credo che la terza e la quarta età con pensioni ridotte all’osso siano una fascia sociale estremamente vulnerabile.

Quali sono i motivi per i quali il reddito di cittadinanza, già introdotto da ventisei Paesi europei e adottato in via sperimentale a Livorno e nella Provincia Autonoma di Trento, non è ancora stato adottato nel nostro Paese, dove ha invece prevalso il SIA?
L’Italia è il fanalino di coda in Europa per crescita e ripresa economica. Ogni ulteriore commento è superfluo e si rischia di fare esercizi di fantasia o peggio di demagogia.

Presidente, uno dei punti fondamentali della Legge è l’attivazione di progetti legati all’inserimento lavorativo delle fasce più deboli. Che ruolo creda possa avere Unsicoop e le cooperative sociali associate?
Più che progetti d’inserimento in un lavoro (immaginario) che al momento non vedo, mi piacerebbe che le istituzioni valorizzassero lo strumento cooperativo con una efficace riforma complessiva del sistema produttivo che abbassasse il costo del lavoro e riducesse drasticamente il peso, quindi, il costo della burocrazia a carico delle aziende cooperative e non.

In ultimo, quale è, secondo la sua opinione, il passo successivo che il nostro Paese non può permettersi di mancare per uscire definitivamente dalla crisi economica che continua a strozzare le fasce più deboli?
Taglio delle tasse, riduzione e semplificazione della burocrazia, meno costi e più efficienza dell’apparato statale. In poche parole, riforme serie e non di facciata. Non mi sembra che la paventata riforma che vorrebbe innovare il sistema elettorale, riducendo il potere di voto, sia una riforma epocale e necessaria del nostro Paese. Ci serve ben altro, sicuramente con meno demagogia e più competenza in ogni settore. Lo sviluppo di ogni organizzazione e di una nazione realmente moderna e democratica richiede serietà e competenza ad ogni livello senza populismi vari.

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