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Auguri Ue: le tappe di 60 anni di storia

Activists demontrate with a European flag in front of the European council headquarter in Brussels, 12 December 2007. ANSA / OLIVIER HOSLET

Sessant’anni di Unione europea. Era, infatti, il 1957 quando i trattati di Roma sancirono di fatto la nascita del primo importante organismo comunitario, che allora si chiamava Comunità economica europea. I sei Paesi fondatori – Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Olanda e Germania ovest – avevano già dato vita, in realtà, alla Comunità europea del carbone e dell’acciaio nel 1951. L’ideale europeo si ispirava sostanzialmente al manifesto di Ventotene, redatto nel 1944 da Altiero Spinelli e da Ernesto Rossi.

Dagli anni Cinquanta il cammino è stato costante, talvolta arduo, negli ultimi tempi decisamente difficile, diviso tra chi ricorda il lungo periodo di pace e di prosperità e chi, viceversa, evidenzia la gabbia burocratica, l’influenza dei poteri bancari e finanziari, l’attuale lunga fase di recessione conseguenza, secondo alcuni analisti, anche della moneta unica.

Una storia che ha avuto due importanti tappe nei turbolenti anni Settanta: il 1 gennaio 1973 s’è registrato il primo allargamento della Cee grazie all’adesione della Danimarca, dell’Irlanda e del Regno Unito. Il numero degli Stati membri salì così a nove; tra il 7 e il 10 giugno 1979, per la prima volta i cittadini europei elessero direttamente i deputati del Parlamento europeo.

Negli anni Ottanta, con l’adesione della Grecia (1981) e di Spagna e Portogallo (1986), il numero dei Paesi membri salì a dodici. Il 1987 è stato l’anno di nascita di “Erasmus”, il programma di mobilità studentesca tra le università europee, sicuramente uno dei progetti più interessanti del lungo percorso comune.

Negli anni Novanta i Paesi membri sono diventati quindici grazie alle adesioni di Austria, Finlandia e Svezia. Data importante è il 7 febbraio 1993, quando è stato firmato il trattato di Maastricht, che ha sancito la nascita ufficiale dell’Unione europea. Un nuovo assetto istituzionale che verrà ulteriormente definito nei trattati di Amsterdam (1997), Nizza (2000) e Lisbona (2007). Altro atto basilare per il futuro dell’Unione è stato il trattato di Schengen per la libera circolazione dei cittadini, operativo dal 1995 per Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Spagna (dal 1997 per l’Italia). Oggi lo spazio Schengen comprende 26 nazioni.

Passaggio fondamentale per l’economia comunitaria è stato l’ingresso dell’euro dal 2002, che oggi è moneta ufficiale di 19 Paesi.

Nel nuovo millennio l’Unione europea s’è ulteriormente allargata: il 1 maggio 2004 ne sono entrati a far parte Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, mentre dal 1 gennaio 2007 è stato il turno di Bulgaria e Romania. Infine la Croazia è entrata il 1 luglio 2013, portando a 28 il numero dei Paesi membri.

Ultima tappa che suona come un campanello d’allarme: la Brexit britannica, conseguente al referendum del 23 giugno 2016.

 

(Gi.Ca.)

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