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Bollette, stangate per gli “oneri di sistema”

bolletteUna stangata prevista per le bollette, anche dall’Unsic, e che puntualmente sta colpendo tanti titolari di piccole imprese con utenze non domestiche insieme ai possessori di seconde case, categoria che include soprattutto chi ha ereditato immobili ubicati nei paesi d’origine.

E’ l’effetto della riforma degli “oneri generali di sistema”, cioè di quella parte della bolletta elettrica che finanzia industrie energivore, incentivi alle fonti rinnovabili, oneri per lo smantellamento di centrali nucleari o il bonus elettrico. Un pacchetto di finanziamenti finalizzati, almeno sulla carta, alla sostenibilità ambientale, ma controbilanciato da oneri sempre più robusti per le tasche di milioni di italiani con una seconda casa “al paese” d’origine o piccoli artigiani con esigui consumi elettrici e di gas. Per loro un’amara sorpresa già dalla prima bolletta del 2017, in molti casi più che raddoppiata.

“Stiamo ricevendo numerose segnalazioni in tal senso da piccole aziende nostre associate, soprattutto agricole e artigianali – racconta Domenico Mamone, presidente dell’Unsic, sindacato autonomo che riunisce 80mila aziende agricole principalmente del Mezzogiorno. “Alle difficoltà economiche del momento si somma questa improvvisa stangata nelle bollette per i cosiddetti ‘oneri di sistema’, che paradossalmente punisce proprio chi consuma meno, quindi le aziende più piccole e precarie, rendendole di fatto meno competitive. C’è un chiaro sbilanciamento – conclude Mamone – che penalizza i più piccoli, cioè le imprese in bassa tensione, che pur rappresentando solo un terzo della domanda elettrica, in realtà pagano quasi la metà degli oneri generali di sistema”.

A ciò si somma il salasso nelle forniture elettriche nei piccoli centri montani dell’entroterra, in particolare lungo l’Appennino, in quei paesi che contano ormai pochi residenti ma molte persone che conservano l’abitazione di famiglia per ragioni affettive e di ricordi che non per necessità. Anche qui gli importi delle bollette sono spesso raddoppiati: chi non abita un immobile finisce per pagare anche quasi 50 euro a bimestre per l’energia elettrica. E molti minacciano di staccare gas e luce, contribuendo a quel fenomeno di desertificazione che comincia ad interessante seriamente molti lembi interni del territorio italiano.

In sostanza, nelle bollette Enel del 2017 per le seconde case non è cambiato soltanto il nome dell’intestazione (ora la dicitura è un più “autarchico” Servizio Elettrico Nazionale) ma soprattutto, per le tasche degli italiani, ha un ruolo dominante la nuova voce “spesa per oneri di sistema”, che determina raddoppi dell’importo (quando va bene).

Di fatto la riforma delle tariffe di rete e degli oneri generali di sistema per i consumatori domestici di energia elettrica è partita dal primo gennaio 2016. Non a caso da allora si sono moltiplicati all’inverosimile i venditori porta-a-porta o tramite call center (ed anche i truffatori). La riforma, che si articola nel triennio 2016-2018, sta accentuando i divari tra utenza “residente” e “non residente”, con quest’ultima che paga il tributo più alto.

Se in passato, grazie agli scaglioni, si tendeva a premiare (giustamente) chi consumava poco, ora, con la graduale abolizione degli scaglioni, la logica che emerge è quella di agevolare chi consuma più energia e di penalizzare chi ne consuma meno. Un piccolo artigiano o l’utente di una casa poco abitata sono le vittime principali di questo sistema.

C’è di più. Innanzitutto si paga tantissimo in tasse (“oneri aggiuntivi”) rispetto a quanto realmente consumato. Ci sono costi fissi altissimi da pagare anche a consumo zero (135 euro annui a copertura degli oneri di sistema per gli utenti domestici non residenti). Poi, nello specifico, gli oneri di sistema, che producono gettiti miliardari, finiscono per lo più alle grandi aziende multinazionali a beneficio di determinate attività, come la dismissione del nucleare o le rinnovabili.

E’ chiaro che l’accumulo di pesanti oneri verso la parte fissa della fattura penalizza chi ha consumi più bassi (o addirittura nulli). Il rischio, in un periodo di grave crisi, è la penalizzazione proprio delle aree più deboli del nostro Paese, quelle flagellate dall’emigrazione. Con esiti infausti per l’ambiente e il territorio, proprio i temi che dovrebbero coniugarsi con la spinta alle rinnovabili.
L’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, l’ennesima Authority di questo nostro “Belpaese”, è perlomeno avvertita.

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