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C’è UNSIC anche nel Mondo.

Il mondo UNSIC, da sempre, con i suoi servizi interpreta e tutela le esigenze dei propri iscritti anche attraverso la progettazione e realizzazione di specifici servizi e strumenti operativi, offrendo anche servizi di assistenza e previdenza e la possibilità di individuare nuove opportunità imprenditoriali. L’Unsic è infatti presente anche in Francia, Germania, Australia, Venezuela, Reupubblica Ceca, Ungheria, Brasile, Bulgaria, Santo Domingo, Albania, Romania e Argentina. Nel campo dei servizi ai cittadini, tradizionale attenzione viene data ai lavoratori migranti, e specialmente agli italiani all’estero, che hanno sovente nei patronati un punto di riferimento non solo per la tutela amministrativa dei diritti, ma per la cultura e l’aggregazione della comunità italiana. Verso le imprese, l’ottica di internazionalizzazione per creare sinergie tra imprese italiane ed estere diventa cruciale per tutte le piccole imprese in crescita, e le comunità italiane all’estero sono un bacino importante di prodotti di qualità e gusto italiani. In Germania, Unsic è presente a Offenbach am Main, mentre in Francia a Rombas, due cittadine in cui si è recato nel mese di luglio il presidente dell’Unsic Domenico Mamone incontrando i responsabili Enasc: Cannarozzo Angelo per la Francia e Nina Schilirò Agrisano in Germania. La tradizionale presenza italiana in queste realtà si è arricchita in questi anni di una nuova presenza di giovani che non intendono più il lavoro in Germania come un’emigrazione, ma piuttosto come la normalità per la “generazione Erasmus” che si confronta con il mercato europeo. Dire questo non vuol dire negare le obiettive difficoltà delle giovani generazioni italiane, specialmente al Sud, sul fronte dell’occupazione: il ritorno di un fenomeno significativo di emigrazione giovanile da regioni italiane come Calabria e Sardegna è spia di un malessere sociale non risolto, anzi aggravato dalla crisi economica degli ultimi anni. La differenza è nella ben diversa preparazione scolastica e professionale dei nuovi emigrati italiani, nel ruolo della famiglia (non più fardello da mantenere prendendo la valigia di cartone, ma retroterra di sostegno a percorsi di carriera non percorribili a casa), nella capacità di integrarsi senza difficoltà nella società del paese di arrivo. La presenza di uffici di patronato non serve allora soltanto a difendere lavoratori più deboli perché svantaggiati dalla condizione di emigranti, ma a progettare nuove iniziative, e anche quelle di sostegno all’impresa e alla professione.

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