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Tragedia a Rosarno: per Mamone (UNSIC) occorre riformare la filiera agrumicola e prevenire l’illegalità

Rosarno

“Il tragico episodio di Rosarno, scaturito dall’aggressione a un carabiniere” ha dichiarato il presidente dell’Unsic, Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori, Domenico Mamone ” non è solo un episodio imprevedibile di follia, ma nasce in un contesto di pessime condizioni sociali e sanitarie, che sono anche lo specchio di una cattiva gestione d’impresa”. Il presidente dell’Unsic, un’organizzazione che è molto presente nel mondo dell’agricoltura calabrese osserva che “abbiamo firmato protocolli d’azione contro il lavoro sommerso. Il fenomeno dei braccianti extracomunitari mal retribuiti e male alloggiati, senza adeguate cure sanitarie e poche regole, ha effetti evidenti sulla sicurezza, ma l’intervento dei carabinieri, pur inevitabile, non può risolvere un problema economico di fondo: il prezzo troppo basso di acquisto delle arance da parte dei grossisti e delle grandi aziende di trasformazione, la filiera troppo lunga. Quando il prezzo di vendita imposto all’ingrosso è di pochi centesimi a cassetta, è difficile ottenere condizioni eque per tutti, lavoratori e imprenditori agricoli” Occorre allora, secondo Mamone “intervenire sulla prevenzione del lavoro nero, ma anche rilanciare una contrattazione diretta con le grandi aziende di trasformazione, accorciando la filiera. Auspichiamo che un tavolo con le istituzioni e la rappresentanza degli agricoltori possa essere convocato per intervenire sui problemi strutturali dell’agrumicoltura calabrese”

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