Rispetto a tre anni fa, oggi i laureati presentano livelli occupazionali più alti e la differenza di genere è, in questo, diminuita significativamente. Secondo il quarto Rapporto “Future Manager” (Giovani laureati in cammino tra università e carriera) oggi lavorano l’83% dei laureati intervistati, e l’80% delle laureate. La differenza rispetto alla stessa ricerca condotta nel 2014 è netta: a quel tempo risultavano occupati l’80% degli uomini contro il 73% delle donne.
La brutta notizia, invece, è che quando trovano lavoro, le laureate sono pagate meno degli uomini. In molti casi si devono accontentare di ricoprire ruoli meno rilevanti e di condizioni contrattuali peggiori.
Il Rapporto offre una radiografia della situazione occupazionale, retributiva e contrattuale, a partire da un campione di mille laureati italiani a distanza di quattro anni dal conseguimento del diploma universitario.
Per le laureate italiane, insomma, una sostanziale parità sembra essere un obiettivo ancora lontano. Basti pensare che il 35% delle donne laureate, quattro anni dopo il diploma, guadagna meno di 1.000 euro, contro solo il 19% degli uomini laureati.
Il divario esiste soprattutto per le retribuzioni più alte, visto che il 37% degli uomini guadagna tra i 1.500 e i 2.000 euro contro il 16% del campione femminile. E così via, fino a quel 3,7% di laureati contrapposto allo 1,2% di laureate, che si porta a casa oltre 3.000 euro al mese.
Una differenza che si nota anche a parità di ruolo.
Iniziamo dagli impiegati: il 45% delle donne percepisce uno stipendio inferiore ai 1.250 euro, e il 33% tra i 1.250 ed i 1.500.
Invece gli uomini percepiscono nel 56% dei casi uno stipendio superiore ai 1.500 euro contro solo il 22% delle donne.
Quando, invece, si arriva a svolgere funzioni di quadro, il 52% delle laureate percepisce uno stipendio che supera i 1.750 euro, cosa che ai colleghi maschi accade nel 84% delle occasioni.